I bambini diventati uomini. Harry e William oltre Diana

Uno accanto all'altro fin dalla morte della madre hanno seguito la sua lezione: cercare la normalità

I bambini diventati uomini. Harry e William oltre Diana

La monarchia moderna è un principe che conclusa la parata di saluti e sorrisi guarda la sposa e le dice sollevato: «Sono pronto per un drink adesso». Poco prima, nel momento più solenne, il neoproclamato duca di Sussex è pure riuscito a far esplodere una risata fuori copione in chiesa, pronunciando il suo «I will» troppo in fretta, prima che l'arcivescovo di Canterbury terminasse la formula nuziale. Non è un caso che Harry sia oggi il reale più popolare al mondo. Perché con le sue intemperanze, le notti alcoliche, le belle donne, le liti con i paparazzi e il «caos totale» che si è portato dietro dopo la morte di Lady Diana - per usare parole sue - il bimbo costretto a marciare dietro al feretro della madre ora è diventato l'uomo che insieme al fratello William sta regalando alla monarchia l'ultima iniezione di modernità: dopo Kate, la cittadina comune entrata a Palazzo con William, Harry sceglie una donna «mezza bianca e mezza nera», come si definisce la neosposa Meghan, californiana, attrice, divorziata, 36 anni (tre più di lui) che avanza da sola, senza padre né suocero, per metà del percorso alla St George Chapel e non promette «obbedienza» al marito, come prevede una formula evidentemente superata.

Teso e sorridente al tempo stesso, Harry ha voluto William, il fratello maggiore, al suo fianco nel ruolo di testimone, come nel 2011 Will scelse lui per le nozze con Kate. Complici, consapevoli del proprio ruolo (il maggiore che diventerà re dopo il padre Carlo), i due fratelli in divisa hanno marciato fianco a fianco prima del solenne ingresso in chiesa, ricordando a molti quanta acqua è passata sotto i ponti dal giorno di quei funerali del '97, in cui avevano 12 e 15 anni. «Mia madre era appena morta e io ho dovuto camminare dietro la sua bara. Non credo che questa cosa andrebbe mai chiesta a un bambino, in nessun caso. E non credo nemmeno che possa accadere oggi», spiegò Harry qualche anno fa.

Ieri e oggi. Ieri la formalità, l'etichetta, l'apparenza (e anche l'ipocrisia) di una Casa reale che faticava a digerire la fine del matrimonio fra Carlo e Diana, le confessioni imbarazzanti di lei, i racconti di una vita soffocante, con l'epilogo riassunto nell'immagine di due ragazzi sconvolti, dietro al feretro della madre, per rispettare il protocollo. Oggi il tentativo e la voglia disperata di trovare la normalità, pur nella consapevolezza delle proprie responsabilità istituzionali.

Se quella britannica oggi è una monarchia femminile, in cui oltre alla regina perfetta interprete del suo ruolo, sono entrate due donne di carattere, decise a prendersi la scena invece che a farsela imporre, lo si deve anche a questi due giovani diventati uomini. Con la scelta di Kate, la cittadina comune a Palazzo, e con quella di Meghan, i due fratelli seppelliscono le opprimenti tradizioni che ingabbiarono mamma Diana e fanno rivivere l'eredità più preziosa che «la principessa del popolo» ha voluto lasciare ai suoi due ragazzi: la voglia disperata di normalità. Diana conosceva a perfezione l'asfissia del protocollo reale. Era lei che, in barba all'etichetta, portava i figli al parco, al fast food, in metropolitana e sui double decker, oltre che a vedere i senzatetto per mostrare cosa ci fosse oltre la gabbia dorata di Kensington Palace. Gesti di ribellione quotidiana, strappati a costo della disapprovazione del marito Carlo, perfetto interprete dell'ipocrisia reale.

Un padre a cui il nuovo uomo Harry è riuscito a regalare un ruolo nel giorno delle sue nozze, facendo in modo che fosse lui, dopo la defezione del padre della sposa, ad accompagnare Meghan negli ultimi passi verso l'altare. Un'occasione unica. Dal reale più amato al mondo al futuro re Carlo, il meno amato del regno.

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