I conti ora preoccupano E Salvini resta nelle retrovie

La Lega avrebbe preferito meno deficit. Così Matteo glissa sull'argomento e twitta solo sull'immigrazione

I conti ora preoccupano E Salvini resta nelle retrovie

La tensione con Bruxelles è ai massimi livelli. La lettera con la quale l'Unione europea ha comunicato all'Italia che se la legge di bilancio verrà approvata così come scritto nella nota di aggiornamento al Def verrà bocciata, ha trasformato uno scontro sotterraneo in una contesa a cielo aperto. Quella notazione sulla «deviazione significativa dal percorso di bilancio indicato dall'Ue» è un messaggio chiaro e più duro del previsto anche se la Commissione - da quanto filtra -cercherà di percorrere la via della moral suasion, cercando di convincere l'esecutivo italiano ad abbassare le pretese, mantenendo invariato l'impianto.

Di fronte a questo scenario i due leader di Cinquestelle e Lega imbracciano le armi della dialettica e le tengono ben dritte davanti al petto, scegliendo di parlare alla pancia dell'elettorato. Tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini si registra, però, una differenza di intensità nei toni piuttosto evidente. Il leader pentastellato fa sapere che «non si torna indietro, non esiste un piano B», quello della Lega si affida ai social con un messaggio all'Europa che guarda soprattutto alle prossime elezioni europee. «L'Europa dei banchieri, quella fondata sull'immigrazione di massa e sulla precarietà, continua a minacciare e insultare gli Italiani e il loro governo? Tranquilli, fra sei mesi verranno licenziati da 500 milioni di elettori, noi tiriamo dritto!» scrive Salvini su Twitter. Una replica che si tiene sulle generali, senza entrare nel merito della vicenda e tiene - almeno per un giorno - il ministro dell'Interno in secondo linea nella griglia degli affondi polemici.

Non è un mistero, d'altra parte, che il leader leghista avrebbe preferito un attacco meno frontale e una strategia più ragionevole sul fronte della spesa in deficit, così da non ritrovarsi subito a ballare sui mercati a causa dello spread e ad attendere con il fiato sospeso il responso dei mercati, con un altro lunedì di passione alle viste. «Non faremo tutto subito, se vogliamo governare a lungo non possiamo far saltare i conti», aveva detto a settembre, contando evidentemente su una maggiore cautela da parte dei Cinquestelle sul reddito di cittadinanza. Poi probabilmente complice l'esplosione del suo consenso e la necessità dei grillini di recuperare la visibilità perduta a vantaggio dell'alleato leghista le carte in tavola sono cambiate. E la gradualità è stata archiviata lasciando spazio a una manovra del tipo «mordi e fuggi», una impostazione che soprattutto Giancarlo Giorgetti aveva sconsigliato. Non è uncaso che Salvini nelle ultime 48 ore abbia dedicato le sue attenzioni mediatiche quasi esclusivamente a temi attinenti la sua mission, battendo su immigrazione e sicurezza, facendo dichiarazioni sulla legittima difesa, solidarizzando con i carabinieri e la guardia giurata intervenuti per fermare la fuga di un rapinatore, sul problema immigrazione in Trentino Alto Adige, sul potenziamento delle forze dell'ordine in Veneto, sull'incontro Macron-Saviano e sul caso della manifestazione di solidarietà al sindaco di Riace.

Sullo sfondo lo stratega dei social media salviniani racconta i segreti della comunicazione del numero uno leghista. «La verità è che Salvini è lo spin doctor di se stesso» spiega Luca Morisi al corso di comunicazione di Quorum/YouTrend. «La forza di Salvini è il fatto di essere padrone della sua comunicazione. E' un campione della disintermediazione ed è un perfezionista assoluto». La scelta degli argomenti da trattare «è il nostro ascolto continuo della realtà, e Salvini ha un talento naturale nell'intuire le tendenze», argomenta Morisi. I canali social del ministro si sono fatti notare per la loro crescita esponenziale.

Ma il segreto di alcune trovate deve poco alla tecnologia e agli algoritmi e tanto all'improvvisazione: «Quando Salvini fece la diretta Facebook dai tetti di Roma sembrò chissà quale mossa diabolica ma la realtà è che dentro quegli uffici il segnale 4G era troppo debole per una diretta, e quindi andammo sul tetto a cercare più segnale».

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