I danni del no ai Giochi a carico dei grillini

Risarcimento da 20 milioni. Giunta e consiglieri rischiano la penale: chi ha votato lo stop deve pagare

I danni del no ai Giochi a carico dei grillini

Roma - La partita del no alle Olimpiadi non è chiusa, ma potrebbe avere conseguenze pesanti per il Comune di Roma. O meglio per la sindaca Raggi personalmente e tutti i consiglieri che hanno votato la mozione per il ritiro della candidatura ai Giochi del 2024, il 29 settembre scorso. Il danno erariale che il presidente del Coni Giovanni Malagò ha quantificato in 20 milioni di euro potrebbe portarli dritto davanti alla Corte dei conti. Perché non basta dire che la capitale rinuncia alle Olimpiadi per timore di illeciti nelle opere necessarie o comunque perché nel programma del M5S era annunciata questa opposizione. Fin qui si tratta di un atto politico, ma per giustificare l'inversione a U che ha cancellato l'impegno preso dalla giunta Marino a giugno 2015 ci vuole ben altro. Quello che si chiama un atto di alta amministrazione, con adeguata giustificazione dei motivi per i quali si rinuncia ad un possibile arricchimento per Roma, a finanziamenti almeno di 5 miliardi di euro.

Tutto questo in Campidoglio non è stato fatto e la procura della Corte dei conti certo segue con molta attenzione la vicenda, pronta ad intervenire se non arriverà il giusto provvedimento. Esperti dell'Avvocatura dello Stato considerano ad alto rischio l'operazione, così com'è stata condotta dalla Raggi e dai suoi. Il principio della «discontinuità amministrativa» rispetto alla gestione precedente potrebbe rendere la sindaca e chi nell'assemblea ha condiviso la sua posizione responsabili individualmente delle spese già fatte per promuovere la candidatura dal Comitato olimpico, ma anche del mancato guadagno per la città che i Giochi avrebbero potuto portare. Per mettersi al riparo da un procedimento contabile la Raggi, spiegano gli esperti di diritto amministrativo, dovrà firmare un'ordinanza per confutare punto per punto i motivi a sostegno della candidatura della mozione precedente, oppure sarà il consiglio comunale a dover nuovamente deliberare per spiegare con una nuova analisi dei conti pubblici perché le Olimpiadi sono incompatibili con l'attuale bilancio della città.

La mozione approvata 5 giorni fa tecnicamente è un «contrarius actus» non adeguatamente motivato e dunque arbitrario.

Il fatto che si temano ruberie o cementificazione per quelle che la Raggi ha definito le «Olimpiadi del mattone» non è certo giuridicamente rilevante. La delibera della giunta Marino era corposa, 20 pagine ben motivate, e ora bisognerà seguire lo stesso procedimento, ma all'inverso, per cancellarla.

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