
«Inadeguatezza». È la parola chiave per capire il buco nell'acqua finora rimediato da Di Maio al Quirinale. Tra il prescelto del M5s e Palazzo Chigi, obiettivo ambito con tutte le forze, c'è di mezzo un ostacolo ingombrante: la freddezza del capo dello Stato, i dubbi di Mattarella su Di Maio, sul ruolo di Casaleggio, e in generale sul Movimento Cinque Stelle. È un cruccio che Di Maio ha confessato ai suoi consiglieri più fidati: «C'è una strana freddezza (di Mattarella, ndr), una freddezza tesa e a volte imbarazzante. Non basta ancora quello che ho fatto?», non sono state sufficienti tutte le rassicurazioni sulla «normalizzazione» del M5s, l'aver rinnegato le campagne antisistema delle origini (a partire dall'uscita dall'euro, in realtà mai abbandonata da Beppe Grillo), le strette di mano con l'establishment europeo, per convincere Mattarella che affidargli l'incarico non sarebbe un rischioso salto nel buio? Ma c'è anche di più rivelano le pagine inedite di Supernova, il libro-verità sul Movimento Cinque Stelle (esce tra pochi giorni per «Ponte alle Grazie») firmato da due ex grillini pentiti, Nicola Biondo capo della comunicazione M5s alla Camera fino al 2014, e Marco Canestrari ex dipendente della Casaleggio Associati ed ex curatore del blog di Grillo. «Un sospetto di inadeguatezza che il presidente ha lasciato trasparire più volte» riportano fonti concordanti sia dagli uffici del Colle che dal quartier generale M5s.
Un muro di diffidenza che Di Maio non è riuscito a scalfire. Nonostante i buoni uffici di Vito Cozzoli, «gran ciambellano del Quirinale a cui Di Maio dà del tu», e l'impegno del giovane grillino, che qualche giorno dopo l'elezione di Mattarella al Colle - si legge nel libro - gli recapitò un messaggio: «Fosse per me l'avrei votata».
I dubbi dei consiglieri di Mattarella, ricostruiscono Biondo e Canestrari, riguardano le giravolte del Movimento sull'euro, sulla Nato, sulle alleanze internazionali. Sono attendibili o solo operazioni di lifting? Condivise da tutti i grillini o solo da una parte? Mattarella, in più, non avrebbe chiaro il ruolo di Davide Casaleggio nel Movimento Cinque Stelle: «Cosa fa, quanto conta davvero? Quanto pesa il suo parere?» avrebbe chiesto il presidente della Repubblica al suo staff. Dubbi acuiti dall'inchiesta del Garante della privacy sull'Associazione Rousseau, presieduta dallo stesso Casaleggio, e finita con una multa per violazioni sul trattamento dei dati personali.
Ma al Quirinale sarebbero anche arrivati alcuni report dell'intelligence (per la precisione, del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) sulla galassia M5s e i rapporti con la Russia, l'ambasciata russa a Roma, gli incontri con Sergei Zheleznyak numero due del partito di Vladimir Putin, Russia Unita, che ha incontrato più di una volta i grillini Di Battista e Manlio Di Stefano. Nel dossier, si legge in Supernova, sarebbero finiti particolari curiosi, come il profilo di un certo Davide Casaleggio su VK, un social network russo. Poi il link con Nigel Farage e Cambdrige Analytica. Dal report però non emergono valutazioni dei servizi, l'unica riportata nel libro è più una nota di colore: «Abbiamo visto dentro la Casaleggio, sono quattro ragazzi con quattro computer sempre accesi».
L'ipotesi di un governo di tregua con una personalità di fiducia di Mattarella ha convinto ancora di più Di Maio che il Quirinale sia l'ostacolo alla presa di Palazzo Chigi.
Il «capo politico» (ma il vero capo resta Grillo) del M5s usa parole pesantissime, parla di «tradimento del popolo» anche se assicura «non ce l'ho con il presidente Mattarella ma con i partiti che l'hanno messo in questa condizione, lui è stato fin troppo paziente». Ed evoca il 24 giugno come data per le nuove elezioni. Intanto dopodomani, alle 10 di mattina, il nuovo faccia a faccia al Quirinale, forse l'ultimo.
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