«È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia e così macchiate di sangue innocente». Le parole del presidente Sergio Mattarella, pronunciate ieri in occasione del Giorno del Ricordo sembrano fatte apposta per seppellire i richiami al negazionismo. E per liquidare, implicitamente, l'«inciviltà» di personaggi come Tomaso Montanari, il rettore dell'Università per Stranieri di Siena organizzatore di un convegno rivolto a dimostrare come l'istituzione del Giorno del Ricordo risponda ad un «uso politico della memoria» frutto del «revanscismo fascista».
Tesi contraddette anche dal presidente della Camera Roberto Fico che, nonostante le simpatia di sinistra, liquida come inaccettabili «le tesi negazioniste». «In nessun caso - dichiara Fico - possono infatti ritenersi ammissibili motivazioni o compromessi ideologici volti a legittimare la violazione della dignità dell'uomo o a ridimensionare le gravi responsabilità storiche che hanno portato ad eventi così drammatici». Il presidente della Camera sottolinea, inoltre, l'importanza del Giorno del Ricordo per restituire «verità e dignità alle vittime delle foibe ed a tutti gli esuli». Il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto al Senato, rimarca la necessità del «cammino di riconciliazione» rendendo omaggio «a tutte le vittime di quegli anni, italiane e slave».
Un tema richiamato anche dal presidente della Lega nazionale di Trieste Paolo Sardos Albertini rammentando che la tragedia delle foibe «se ricordata bene diventa motivo di unità per il futuro non di divisione». Silvio Berlusconi commemora con un tweet «le vittime delle Foibe, condannate a una morte atroce per la sola colpa di essere italiani» e sottolinea come l'istituzione del Giorno del Ricordo rappresenti «anche un monito sulle tragiche conseguenze dell'ideologia comunista e del nazionalismo esasperato».
Ma sullo sfondo delle dichiarazioni di autorità e politici si registrano, anche quest'anno, i consueti oltraggi alla memoria. A Senigallia uno striscione con la scritta «le foibe sono piene di bugie fasciste» è stato steso all'entrata Consiglio comunale dove si dovevano tenere le celebrazioni per le vittime degli eccidi commessi sul confine orientale. Un episodio denunciato da Giorgia Meloni con un tweet in cui definisce «triste» la sopravvivenza di «frange estreme della sinistra italiana che rimpiangono o negano gli orrori del comunismo. Ma - aggiunge - non riusciranno più a cancellare pagine di storia». La leader di Fdi non manca però di esprimere solidarietà a Enrico Letta «per i vili attacchi ricevuti dopo aver commemorato il Giorno del Ricordo» ricordando che Fratelli d'Italia sostiene «la risoluzione europea contro tutti i totalitarismi del 900».
Imbrattata e deturpata con scritte e spruzzi di vernice anche la targa dedicata ai martiri delle foibe presso il 14mo municipio di Roma.
Il direttore del Tg 2 Gennaro Sangiuliano denuncia invece il video di «una persona che urina verso una cavità carsica che sembra una foiba» postato sull'account Twitter in cui si annunciava appunto lo Speciale sulle Foibe di ieri sera. «Un gesto volgare - dichiara Sangiuliano - che offende non solo il nostro lavoro, ma soprattutto la memoria di questa immane tragedia nazionale».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.