«I vaccini sono innocui» e la faccia di Pinocchio: tante le magliette così stampate in piazza San Lorenzo, a Firenze, nella giornata che, ieri, ha visto scendere in campo in tutta Italia le manifestazioni dei «no-vax». Quelli che non vogliono essere chiamati così, quelli che rifiutano le semplificazioni, ma che tuonano sempre più forte contro l'obbligo al vaccino, certi che l'appuntamento con l'iniezione, e i richiami, possa fare più danni di malattie virali importanti, che spesso hanno gli esiti di un contagio letale.
Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Cesena, Firenze, Genova, Lecce, Marina di Carrara, Milano, Napoli, e ancora Padova, Parma, Perugia, Pescara, Rimini, Roma, Savona, Torino, Trento, Udine: tutte piazze in protesta contro il decreto Lorenzin, che punta a far passare le vaccinazioni obbligatorie da 4 a 12, e prevede l'impossibilità per i non vaccinati di frequentare le scuole da zero a sei anni, laddove per le scuole dell'obbligo sono previste salate sanzioni ai genitori che si rifiutano di vaccinare.
A Firenze, in particolare, è sceso in campo anche il dottor Miedico, radiato di recente dall'Ordine dei Medici per aver espresso scetticismo sulle vaccinazioni pediatriche di massa: tanti, qui, i grembiulini dei bimbi lasciati a terra, a rappresentare come il diritto all'istruzione, se i genitori che non vaccinano sono sanzionati così pesantemente, possa essere messo in discussione. Poi, Milano. Dove circa cinquecento no-vax sono scesi in piazza al grido di «Milano non si piega» e «se c'è rischio di errore decide il genitore»: un presidio a Piazza Scala per quella che i manifestanti chiamano «la libertà della scelta vaccinale». Chiarissime le intenzioni al megafono, secondo cui ogni bambino «ha diritto di crescere e svilupparsi secondo ciò che i genitori ritengono giusto per loro. Il governo, che senza nessuna evidenza epidemiologica, sta cercando di punire chi non si conforma al pensiero unico scientifico». Ma manca lo scrupolo, forse, che il bambino non cresce e non si sviluppa in autonomia, anzitutto fisica, dalla sua comunità. Le richieste al ministro Lorenzin? Un'informazione «libera dal conflitto di interesse», l'anamnesi famigliare e test pre-vaccinali, per verificare che i vaccini non abbiano controindicazioni con problematiche famigliari già esistenti e le analisi del contenuto dei vaccini. Una manifestazione promossa dall'associazione Comilva e dal comitato dei «Genitori del no obbligo Lombardia», il movimento «Giovani per il Risveglio», il «Sentiero di Nicola» e il «Condav» (il Cordinamento nazionale danneggiati da vaccino). La promessa di un'estate di denunce contro il ministro Lorenzin, ma i «no-vax» si affrettano a «dissociarsi» da atti violenti e intimidatori come le minacce arrivate giorni fa al dott. Burioni e i resti di bombe carte ritrovati davanti ad una Asst in provincia di Bergamo.
A Genova si è mobilitato anche qualche figlio d'arte, e sempre sulla stessa falsariga delle altre piazze: Luvi De Andrè, figlia di Fabrizio e di Dori Ghezzi, si è schierata ieri, pubblicamente, contro il decreto Lorenzin: «I vaccini sono senza alcun dubbio un'utilissima arma di prevenzione a fronte di un reale rischio epidemiologico - ha scritto in un documento reso pubblico a Genova alla manifestazione di questa mattina, promossa dal
gruppo Libera Scelta Liguria - ma solo se rigorosamente testati, monovalenti e limitati al caso specifico. Chi scrive è una mamma preoccupata per questa imposizione: sento la necessità di una profonda riflessione sul decreto».
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