La Lega Nord è in crisi di liquidità. Il Tribunale di Genova, secondo quanto si apprende, avrebbe deciso di accogliere la richiesta del pubblico ministero di sequestro cautelativo di 48 milioni di euro dei conti correnti del Carroccio a garanzia di 59 milioni di fondi pubblici che, secondo l'accusa, sarebbero stati utilizzati in maniera impropria dagli ex vertici. La misura segue la condanna in primo grado per appropriazione indebita comminata nel luglio scorso al fondatore del partito Umberto Bossi (2 anni e 3 mesi), al figlio Renzo (1 anno e 6 mesi) e all'ex tesoriere Francesco Belsito (2 anni e 6 mesi). Al centro del processo le spese personali (corsi di laurea, riparazioni delle vettura, multe, pranzi, acquisto di fondi in Tanzania) che si presume siano state pagate con i rimborsi elettorali della Lega.
Il sequestro era in qualche misura atteso, ma la tempistica ha creato notevole malumori nella segreteria di Via Bellerio. «È una follia senza nessun precedente, è una follia che grida vendetta, un attacco alla democrazia. È una situazione che non ha precedenti nella storia democratica», ha commentato Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera. «I soldi dei conti non sono più nella nostra disponibilità», ha aggiunto il segretario aggiungendo che «ad ora non sappiamo come pagare Pontida e come pagare i fornitori». In particolare, non sarebbe stato bloccato il conto della Lega nazionale, ma quelli di sezioni locali, come Bologna, Trento, Imperia ed altre. «Per mano della magistratura si sta provando a mettere fuori legge un partito, senza nessun atto formale in tasca, non ci è stato consegnato nulla», ha concluso preannunciando un ricorso ed evidenziando la netta discontinuità tra l'attuale segreteria e il passato bossiano. A rischio non è solo la manifestazione-simbolo sul prato dove la Lega Lombarda sconfisse Federico Barbarossa, ma soprattutto al partito vengono meno i fondi per organizzare le campagne elettorali dei referendum sull'autonomia di Lombardia e Veneto del 22 ottobre e delle prossime elezioni politiche.
Matteo Renzi, che ha messo nel mirino della sua propaganda la Lega, si è immediatamente scatenato. «Si sono trovati bene a Roma... Tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno che dica che c'è un partito che ha rubato i soldi del contribuente», ha commentato ieri alla festa dell'Unità di Frascati, vicino Roma. «La Lega deve dare 48 milioni di euro del contribuente. E nessuno ne parla. Salvini è tutti i giorni sui talk show, è dappertutto tranne a Bruxelles, e nessuno che gli chieda dei soldi della Lega», ha sottolineato il segretario del Pd.
«Sarebbe preoccupante che un segretario di partito, che si chiama democratico, se ne freghi di quanto dice la Costituzione, ovvero che un cittadino è innocente fino al terzo grado di giudizio. Renzi si vergogni», ha replicato immediatamente Salvini insinuando il sospetto che «al Pd non succede nulla perché evidentemente ha più amici dentro la magistratura».
In una recente intervista a Linkiesta l'attuale
tesoriere della Lega, Giulio Centemero, interpellato in merito all'ipotesi che il Tribunale propendesse per il sequestro aveva dichiarato che «ce la siamo sempre cavata, saremo in grado di trovare una soluzione anche stavolta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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