Per i neo-eletti è a 5 stelle pure l'hotel

Le nuove leve sfoggiano un look istituzionale. E bocche cucite coi cronisti

Per i neo-eletti è a 5 stelle pure l'hotel

Roma Per non sbagliare, bocche cucite con quei diavoli di giornalisti. Dev'essere stata questa la prima raccomandazione ai neoeletti del M5S. E quasi tutti, alla prima riunione nell'hotel romano Parco dei principi, quasi fuggono davanti a microfoni o taccuini. Evitano anche di dire il nome.

Eugenio Saitta, però, non ce la fa e sbotta, radioso: «È la mia prima volta, sì, sono emozionato!» Poi il giovane catanese si zittisce, perché intorno qualcuno già lo guarda storto. Fronte bassa, capelli scuri a spazzola, occhiali e cravatta delle grandi occasioni, Eugenio viene da Scordia, in Sicilia e a 29 anni si ritrova deputato, con il 51,2 per cento dei voti nel suo collegio di Paternò: 66.873 persone si sono affidate a questo praticante avvocato, le cui battaglie più note sono per i produttori di arance rosse, come quelle dell'impresa di papà. Parlano un loro gergo i nuovi parlamentari 5 Stelle. «Non so se i meetup se ne sono accorti, ma il M5S sta diventando partito a tutti gli effetti», dice un giovane. Si formano capannelli nella hall, ci si conosce, ci si congratula. Spiega, serissima, una matricola dai capelli lunghi: «Gli attivisti vanno portati dentro, è un processo che va fatto assolutamente, dandoci una struttura ben radicata sul territorio». Con la stampa, però, neppure una parola. «Abbiamo detto - fa il senatore al secondo mandato Alberto Airola - di non parlare proprio con i giornalisti! Scherzi a parte, capiranno poi quali sono perbene e quali no». Intanto, controlli strettissimi e direttive rigide. È finita l'epoca dell'arrembaggio pittoresco, un po' ingenuo e molto accroccato della prima ora grillina. È finito anche il low cost. Addio alle riunioni in stile «francescano» all'hotel Universo, vicino alla stazione Termini, ora le 5 Stelle ce l'ha anche l'albergo dei Parioli. E il look è più istituzionale, giacca e cravatta per gli uomini, cappottini scuri e mise discrete per le donne. Nella «grande comunità di persone» pentastellata, come dice Di Maio, sono entrati professori, come il giurista Ugo Grassi; medici, come l'oncologa Maria Assunta Castellone; avvocati, come il legale di Grillo Giuseppe D'Ippolito; militari, come il colonnello dell'Esercito Antonio Del Monaco. E giornalisti «buoni», come Emilio Carelli, una carriera in Mediaset e Sky. «Timori per l'inesperienza? No, c'è una linea politica. E determinazione a giocare un ruolo da protagonisti nella legislatura, questo è il mood dell'incontro». Altri colleghi? Gianluigi Paragone, già voce della Lega, l'ex direttore de Il Centro Primo Di Nicola, Pino Cabras e la bionda Rosalba De Giorgi, che da una tv locale tarantina è arrivata a raccogliere il 37,99 per cento dei voti. I nuovi parlamentari sono più difficili da dirigere, più sicuri e autonomi di ragazzi e casalinghe dell'esordio.

Così, l'indottrinamento comincia con le procedure della vita parlamentare e prosegue con le regole della comunicazione M5S e i rischi di mass media e socialnetwork. Tocca imparare come portare nelle Camere la «lampadina gialla» di cui parla il leader, senza farla scoppiare.

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