I "no" che aiutano a crescere (i nostri amici animali)

Le case sono a misura d'uomo, non di bestie: ecco le regole per salvare cani e gatti dalle insidie domestiche

I "no" che aiutano a crescere (i nostri amici animali)

I no che aiutano a crescere (Asha Phillips, 1999) è stato il bestseller che ha salvato migliaia di genitori alle prese con figli non sempre semplici da gestire. Come? Imparando a dire dei «no», a imporre dei divieti che si sarebbero rivelati positivi per il loro sviluppo. Per quanto duro da mandare giù, un «no» può aiutare a evitare un pericolo, a non farsi del male (in senso figurato e non), a salvarsi la vita. Anche quando in ballo non ci sono i figli, ma un'altra «categoria» a cui si fa quasi altrettanta fatica a proibire qualcosa: gli animali domestici. Che proprio in casa possono correre pericoli inaspettati. Abitazioni che, per quanto li vedano trattati da re, sono pur sempre costruite a misura d'uomo, non di animale, come spiega Oscar Grazioli, veterinario e firma de Il Giornale, nel suo ultimo libro in uscita oggi, I no che aiutano i nostri animali (Salani), guida semiseria - seria nei contenuti, leggera nei toni - a tutte quelle situazioni in cui bisogna trovare la forza di scuotere il capo di fronte alle richieste - mute, ma comunque perentorie - dell'amico a quattro zampe.

Si parte dalla cucina - perché mente chi nega di aver mai fatto scivolare qualche avanzo sotto il tavolo - ma si spazia poi dal giardino alla cantina, dal balcone all'automobile, perché la curiosità di gatti e cani riesce a farli cacciare in guai più o meno pericolosi in tutti gli ambienti domestici. Tra gli alimenti per loro tossici, ad esempio, non ci sono solo quelli più scontati (alcool, caffè). Molto velenosi sono anche due ingredienti che raramente mancano nei frigoriferi italiani, cipolla e aglio: i solfossidi che contengono li rendono particolarmente dannosi per i felini, poiché indeboliscono i globuli rossi e possono provocare un tipo di anemia fatale. Vietati assolutamente anche tè e cioccolato, che contengono gli stessi alcaloidi eccitanti presenti nel caffè. Terminato il pasto, infine, mai concedere un chicco d'uva al proprio Fido, a meno che poi non si abbia voglia di fargli fare un giro dal veterinario per una lavanda gastrica.

Proseguendo in un tour virtuale della casa, attenzione all'armadietto dei medicinali: la tentazione di somministrare i nostri farmaci agli animali - «Non siamo così diversi, che sarà mai...» - può essere letale, dato che alcuni principi attivi che rimettono in salute l'uomo sono velenosi per loro, come l'acido acetilsalicilico dell'aspirina. Occhio poi ai balconi, soprattutto per quanto riguarda i gatti, che non soffrono di vertigini - quante volte li vediamo passeggiare come se niente fosse sul cordolo del terrazzo a decine di metro d'altezza? - ma che sono «soggetti» alle cadute: sarebbe meglio metterli in sicurezza con delle reti. Prudenza anche sulle scale: se per tanti animali sono innocue, possono essere fatali per alcune razze canine come il bassotto o il corgie, dal dorso molto allungato e inclini a subire danni alla colonna vertebrale. In giardino, invece, il pericolo si annida dietro le specie di fiori più diffuse: gli amici a quattro zampe devono stare lontani, tra gli altri, da gigli, oleandri e azalee, mentre la cosiddetta stella di Natale non è così dannosa come si è a lungo creduto.

Ma se è spesso la casa a nascondere insidie,

l'autore ci mette in guardia: a volte il pericolo arriva proprio dai padroni, che, seppure in buona fede, si accaniscono con abitudini sbagliate sugli animali. In quel caso dovrebbero dirsi un paio di «no» allo specchio.

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