I nuovi alleati esteri di Salvini per respingere i migranti in mare

Salvini al lavoro con l'Austria per ottenere i respingimenti in mare. L'annuncio al vertice di Innsbruck. Si cercano alleati in Europa. Ma Bruxelles già frena

I nuovi alleati esteri di Salvini per respingere i migranti in mare

"L'Europa non lo farà mai". Quando il commissario europeo alll'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha sentito il segretario di Stato belga, il nazionalista Theo Francken, pronunciare le parole "respingimenti in mare", è andato su tutte le furie. "La politica migratoria europea - ha messo in chiaro - è basata sui principi dei diritti dell'uomo". A preoccupare Avramopoulos, però, è anche la mancata riforma di Dublino. Ieri l'Italia ha rotto il fronte dei Paesi mediterranei schierandosi, insieme alla Spagna del neo premier Pedro Sánchez, con i Paesi di Visegrad. In ballo c'era la possibilità di una svolta sulla riforma del sistema che regola le competenze delle nazioni sulle domande di protezione internazionale presentate dai migranti. Ora, però, il neo ministro degli Interni Matteo Salvini vuole fare molto di più. Da una parte evitare le partenze dal Nord Africa, chiudendo il Mar Mediterraneo e evitando così liti sulla ridistribuzione, dall'altra difendere militarmente i confini.

"Ormai il dramma è che buttano in mare gommoni già sgonfi o barche in legno usurate e pronte ad affondare subito sperando che qualche nave delle Ong le recuperi in tempo e, se non le recupera in tempo, è strage". All'indomani della prima fiducia al governo Conte, Salvini prende seriamente in mano il dossier sull'immigrazione. Negli ultimi fine settimana sono ripresi gli sbarchi. E ora il neo ministro sente l'esigenza di dare, sin da subito, un'impronta forte per far passare il messaggio che la risoluzione del problema è sul suo tavolo. "Mi domando come un padre o una madre possa a mettere a rischio la vita di un figlio sperando in non si sa che cosa - si è chiesto oggi a Radio Anch'io - i soldi si spendono bene creando un futuro là per quei bimbi e quelle bimbe e non un futuro di disperazione in stazione Termini o in stazione centrale a Milano come purtroppo vediamo tutti i giorni".

Non appena si èinsediato al Viminale, Salvini ha iniziato a tessere una tela di alleanze europee per far fronte comune contro la linea buonista che negli ultimi anni ha imperato a Bruxelles. Prima si è sentito con il premier Viktor Orbàn per decidere la linea che, poi, ha affossato la riforma del Trattato di Dublino. Ieri è stata la volta del ministro austriaco Herbert Kickl al cui governo spetterà il prossimo semestre di presidenza dell'Unione europea. Non è dunque un caso se i due ministri hanno annunciato "novità" in tema di immigrazione che potrebbero essere presentate al vertice di Innsbruck che si terrà il mese prossimo. Secondo il Messaggero, Vienna vorrebbe ottenere "la difesa della frontiera europea anche con forze militari". Una linea che troverebbe d'accordo anche il belga Francken che ieri ha invitato l'Italia "a iniziare a respingere i barconi che navigano nel Mar Mediterraneo".

"L'Italia è obbligata a salvare i migranti in mare, e deve accoglierli, senza poterli rimpatriare in Libia o altrove - ha spiegato Francken - ma finché questo sarà possibile, avremo il caos". Da qui l'idea di difendere i confini europei militarmente "aggirando l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani" e dando così il via ai respingimenti dei barconi che partono dal Nord Africa. Il timore è che, se la linea non dovesse tenere, le isole italiane potrebbero trasformarsi in maxi centri di accoglienza, come è già successo in Grecia negli anni scorsi.

Da qui l'idea di andare alla radice del problema e provare a fermare i barconi in partenza tenendo aperta la strada intrapresa dall'ex ministro Marco Minniti. "Nel fine settimana forse incontrerò il ministro dell'Interno della Tunisia", ha annunciato Salvini a Radio Anch'io. Nel suo calendario dovrebbe esserci anche un viaggio in Libia.

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