Diserzioni e sede fantasma: la dura vita dei padani a Roma

I problemi della lista "Noi con Salvini". Per i sondaggi nella Capitale vale il 2,5%

Diserzioni e sede fantasma: la dura vita dei padani a Roma

Ma quanto vale Salvini a Roma, la Capitale un tempo nemico assoluto della Lega nord? Nella città teatro dello scontro fratricida dentro il centrodestra, il Carroccio non si presenta con le insegne ufficiali ma sotto forma di «Noi con Salvini», il movimento con cui il leader prova lo sfondamento al Centro-Sud. L'ultimo test elettorale dei leghisti a Roma, sotto la segreteria Salvini (e ancora col simbolo ufficiale) risale alle Europee 2014, quando il Carroccio nel comune di Roma ha raccolto l'1,4%, poco più di 16mila voti. Risultato non certo esaltante, ma si trattava di elezioni europee, senza contare che il boom di Salvini è concentrato soprattutto nell'ultimo anno. Ma anche la prova di «Noi con Salvini» alle amministrative 2015 è stata inferiore alle aspettative, pure nel Lazio dove (ad Albano e Colleferro) non è andata oltre il 2,8%.

Su Roma esistono dei sondaggi discordanti, precedenti al patatrac su Bertolaso. Secondo Ipr Marketing «Noi con Salvini» si fermerebbe al 2,5%, mentre una rilevazione Swg commissionata da via Bellerio pesa il partito al 7,5%. Per Berlusconi, che per il Campidoglio sosterrà un candidato (Bertolaso) diverso da quello di Salvini (la Meloni), «a Roma la Lega vale l'1%».

Ora il movimento è guidato a Roma e in tutto il Lazio dal capogruppo in Senato Gian Marco Centinaio, fedelissimo di Salvini che l'ha nominato commissario al posto del senatore Raffaele Volpi, fatto fuori da un giorno all'altro. Il grosso problema è reclutare gente senza, per usare le parole del commissario Centinaio, «diventare la discarica di Malagrotta del centrodestra». Ma «riciclare», nel senso di appoggiarsi a persone con un'esperienza politica pregressa seppure non nella Lega, è inevitabile. E così la dirigenza romana del movimento è in gran parte di matrice ex An. Come Barbara Saltamartini (ex An, poi Pdl, poi Ncd, ora Lega), Souad Sbai (ex finiana), Barbara Mannucci (ex Pdl), Salvatore Sfrecola (ex capo di gabinetto di Gianfranco Fini), Fabio Sabbatani Schiuma (ex An). «Berlusconi dice che siamo tutti ex fascisti, potrebbe dire ex berlusconiani, visto che eravamo tutti nel Pdl» risponde Schiuma, «ma sono polemiche che non interessano i romani». Il movimento salviniano punta ad intercettare un voto d'opinione a Roma, gli incazzati di centrodestra. Ma l'organizzazione è ancora artigianale, «i tesseramenti non sono mai partiti, né si sono celebrati congressi» sostiene Termometro Politico.

Non c'è ancora una sede ufficiale, conferma Sabbatani Schiuma, «non c'è nemmeno uno statuto, Salvini ha imposto Centinaio che viene da Pavia, che è la metà del più piccolo municipio di Roma, non la conosce, e hanno fatto fuori chi aveva aderito al progetto» dice invece Marco Pomarici, ex consigliere di «Noi con Salvini» al Comune di Roma («Ero nel Ncd, venne a trovarmi Salvini nel mio ufficio di persona perché voleva qualcuno in Campidoglio»), uscito dal movimento leghista pochi giorni fa insieme ad altri tre esponenti capitolini che hanno mollato Salvini per entrare (dopo la mediazione del senatore azzurro Aracri) in Forza Italia.

Subbugli normali in un partito che prova a mettere radici in una terra incognita per i leghisti il cui slogan per vent'anni è stato «Roma ladrona». Anche nelle altre province laziali il lavoro non è semplice, gli incontri pubblici non attirano grandi folle. Ma quando scenderà in campo il «capitano», sono convinti, sarà un'altra storia.

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