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I talebani dell'accoglienza che fanno il tifo contro l'Italia

La Ue: sì al ricorso contro l'espulsione di cinque sudanesi. Ecco chi c'è dietro alle associazioni legali che li difendono

I talebani dell'accoglienza che fanno il tifo contro l'Italia

Gli avvocati talebani dell'accoglienza, amici della sinistra e che aiutano i grillini sul tema immigrazione, esultano per il primo passo verso una possibile condanna dell'Italia relativa all'espulsione di 5 sudanesi. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato ammissibili i ricorsi degli espulsi presentata dagli avvocati dell'Asgi, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione: un gruppo di esperti che fa di tutto per aprire le porte all'immigrazione, grazie ai soldi del discusso miliardario George Soros. Sul loro sito pubblicano il logo di Open society foundation, l'organizzazione del filantropo che li sponsorizza. Non è un caso che il vice presidente dell'Asgi sia Gianfranco Schiavone, ultrà dell'accoglienza, che gestisce una Onlus a Trieste. Il caso dei sudanesi è solo la punta dell'iceberg dell'attivismo legale pro «invasione», che punta a mettere i bastoni fra le ruote al governo italiano quando cerca di tamponare gli arrivi. Un altro cavallo di battaglia sono i ricorsi al Tar contro l'utilizzo del Fondo Africa della Cooperazione per rimettere a posto 4 motovedette consegnate ai libici con l'intento di fermare le partenze dei barconi. Gli avvocati dell'Asgi, Giulia Crescini e Cristina Laura Cecchini, hanno ribadito che è «necessario mettere in discussione le politiche attuate delle autorità italiane ed europee, le quali finanziano direttamente ed indirettamente le autorità libiche () rendendo la fuga dei migranti dalla Libia ancora più pericolosa anche grazie alla strumentazione che inevitabilmente è utilizzata per attaccare le navi delle Ong durante le operazioni di soccorso». Non a caso l'Asgi collabora con l'Arci, l'associazione di sinistra sempre più oltranzista. Assieme hanno seguito una delegazione di parlamentari della Sinistra europea a Khartoum per rintracciare i 5 sudanesi espulsi nel 2016 e poter presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. E non poteva mancare una collaborazione dei legali, talebani dell'accoglienza, con Magistratura democratica nella realizzazione della rivista Diritto immigrazione e cittadinanza. La rete legale si scatena anche contro l'Inps, amministrazioni comunali, soprattutto di centro destra, addirittura il Conservatorio di Venezia, varie società pubbliche e pure privati per difendere a spada tratta gli stranieri. L'Asgi ha attivato pure un «servizio anti discriminazioni etnico-razziali e religiose» grazie ai finanziamenti dell'enigmatica Fondazione italiana Charlemagne, che dal 2017 si rifiuta di investire in progetti nel nord Italia, ma solo al centro e al sud. Dalle elezioni europee del 2014 la rete di legali ha aderito alla campagna per «contrastare e arginare il rigurgito razzista, l'ondata xenofoba» che portano ad «una progressiva marginalizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali dall'agenda politica e dalla coscienza democratica collettiva». Ovviamente l'Asgi sostiene con fermezza le Organizzazioni non governative, che operano al largo della Libia sostenendo, nonostante video, foto, testimonianze ed inchieste, che «è priva di ogni riscontro fattuale l'idea stessa secondo la quale l'attività di ricerca e soccorso compiuta dalle Ong possa costituire un incentivo alle migrazioni irregolari o, addirittura, una forma di collusione con fenomeni criminali di traffico di persone».

Francesca Totolo sul «Primato nazionale» ha rivelato che una parte del programma sull'immigrazione del Movimento 5 stelle è stato scritto da avvocati come Maurizio Veglio e Guido Savio legati all'Asgi. Nonostante l'obiettivo dei grillini sia «Immigrazione: Obiettivo sbarchi zero . L'Italia non è il campo profughi d'Europa».

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