Dalla carne rossa alla moka: ecco l'industria della paura

I prodotti a "rischio" si moltiplicano a ogni allarme Oms. E il mercato propone subito alternative, ma più care. C'è la salamella di grano e costa 32 euro al chilo

Dalla carne rossa alla moka: ecco l'industria della paura

Nel lungo periodo siamo tutti morti. Partendo da questa incontestabile visione di John Maynard Keynes, in fondo è l'affermazione scientifica più sperimentata al mondo, fiorisce una nuova economia che ha il motore più potente: la paura.

Il campo d'applicazione, vastissimo, è il nostro stile di vita. I prodotti si moltiplicano a ogni allarme per la salute, vedi quello dell'Oms sulla carne che ieri ha fatto il giro del mondo. La grigliata uccide? Il mercato fornirà un'alternativa. Ovviamente più costosa dell'originale, permettendo così all'eterna macchina del consumo di rinnovarsi. E guadagnare. Per ora l'unica chance di sostituire la letale salsiccia viene dal mondo vegano: seitan o muscolo di grano, prodotti dalla lavorazione di farine particolari come la manitoba, che ricordano la consistenza della carne. Ma se un chilo di salsiccia vera costa 8 euro, con l'«affettato di salamella di muscolo di grano» si arriva a 32.

Ma non c'è solo la carne. Un negozio di Roma ( &costore ), propone un'intera gamma di prodotti utili a cambiare stile di vita. Passarli in rassegna significa maturare la sgradevole sensazione che tutto ciò che facciamo, ogni nostro gesto quotidiano, contribuisce a scavarci la fossa. Ti piace il caffè preparato con la cara vecchia moka? Rischi infezioni da muffe che si annidano nella macchina del caffè e l'alzheimer, procurato dall'alluminio di cui è fatta. In alternativa c'è la «mokargento», la caffettiera «metalceramica agli ioni d'argento», che i produttori definiscono «l'unica moka che non inquina il caffè e rispetta l'organismo». Euro cinquantacinque per la versione da due tazze. Anche per i modernisti che cedono alla tentazione della macchinetta espresso c'è il prodotto salvavita: il decalcificante a base di enzimi naturali, a differenza di quelli tradizionali odiosamente chimici.

Anche i detersivi sono nemici da abbattere, sotto accusa, oltre che per l'inquinamento ambientale, per una lista pressoché infinita di danni alla salute: avvelenamento, allergie, pruriti, irritazioni. Dal sito salute-e-benessere.org : «Molti esperti raccomandano: se non si può mangiare o bere, non va fatto entrare in contatto con la pelle». Un'equazione da brivido, che naturalmente ha già pronti vari rimedi, come le pasticche per lavastoviglie senza fosfati. O le «lavanoci», frutti dell'albero di Sapindus Mukorossi , coltivato in India, che assomigliano a delle nocciole rinsecchite. Esistono in versione polverizzata, oppure si infilano intere in un calzino in lavatrice, «completamente biodegradabili». Un pacchetto costa intorno ai 9 euro. Stesso discorso vale per i saponi, assolutamente da sostituire con shampoo e detersivi «senza schiumogeni e parabeni».

Lo slogan di questa macchina della serenità domestica «è naturale», termine in realtà assai generico, che si contrappone al nemico numero uno, «è chimica», scienza bistrattata nonostante abbia modellato la società in cui viviamo. Anzi no, proprio per quello. L'obiettivo infatti è gettare alle ortiche tutto il nostro stile di vita, abbracciandone uno alternativo, dai bastoncini profumati da bruciare in casa («quelli commerciali sono fatti di sterco animale, se li bruci sono tossici», spiegano nel negozio) ai prodotti scacciazanzare, anche quelli sostituibili dalla versione eco. L' &costore è un'attività di quartiere, ha un approccio solidaristico e punta a tenere i prezzi bassi, il titolare si dice pronto a dimostrare ogni affermazione con studi scientifici. Però, man mano che le paure dilagano, a dispetto del fatto che in questa vituperata società la vita media si allunga sempre più, i prodotti conquistano gli scaffali della grande distribuzione.

È il ciclo della vita

(economica) che si perpetua. In parte perché è il modo più efficiente per arrivare anche a chi non ha un portafogli così fornito da potersi permettere certi prodotti. E poi perché il nostro stile di vita è il più comodo.

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