"Ignorante, fai schifo, sei un servo". Così l'immigrata rispetta il poliziotto

La giovane provoca un agente durante lo sgombero a Milano: "Fai schifo servo del potere". E le immagini infiammano il web. Intanto una legge aiuta gli abusivi

"Ignorante, fai schifo, sei un servo". Così l'immigrata rispetta il poliziotto

Una legge delega il governo a depenalizzare una parte delle occupazioni abusive, proprio mentre accade questo sconcertante episodio. San Siro, via Tracia 7, mercoledì. La ragazza di colore è giovane, carina, parla un italiano fluente e in quel momento sa di avere un pubblico compiacente di «compagni» dei centri sociali. Conscia della telecamera che la riprende e che più alzerà i toni, più quel filmato online arriverà a tutti. Quale miglior occasione per mostrare le sue doti da oratrice (offensiva), davanti a chi sa benissimo che non può reagire? Vittima suo malgrado un poliziotto del reparto mobile, spesso chiamato celerino. Casco azzurro, scudo trasparente, manganello rivolto verso il basso l'uomo resta immobile e abbozza un sorriso rassegnato: sta facendo il suo lavoro, sgomberare una famiglia che occupa abusivamente uno stabile Aler. È uno di quei tutori della legge per cui, negli anni Settanta, nel Regno Unito, è stato coniato l'acronimo Acab (All cops are bastards, tutti i poliziotti sono bastardi) e in Italia, qualche anno fa, su questi agenti e ispettori che si beccano il peggio di un lavoro malpagato e difficile, ci abbiamo anche fatto un film. La ragazza, però, ci va giù duro, il ciak non c'è e il celerino non è l'attore Pierfrancesco Favino.

«Quando andrai a fare una roba sensata nella vita? - gli grida in faccia la ragazza avvolta in un giubbotto nero, agitando enfatica le mani coperte dai guanti marroni -. Mi dispiace perché non capisci, non ci arrivi e non ci arriverai mai e morirai infelice, ma tu nel mondo sei servo del potere. C'è della gente che ti mangia in testa e te sei qua a sgomberare una famiglia con quattro bambini, hai capito? Hai capito perché fai schifo?».

Il poliziotto non risponde, tutto sembra, deve scivolargli addosso. Nessuno lo consola. Qualcuno, però, cerca di confortare la ragazza che, poverella, con tutta quella prosopopea demagogica da due soldi, ne ha proprio bisogno. Un compagno, dopo la prima frase, infatti, la interrompe comprensivo: «Non capisce un c... - dice rivolto a lei ma indicandole il poliziotto -. È ignorante. Fa 'sto mestiere perché non ha studiato nella vita, lascialo stare». Un altro aggiunge: «Ha tolto gli specchi in casa perché non si può guardare la mattina». E il dialogo si fa sempre più strutturato, concettuale e impegnato quando, al termine del soliloquio della ragazza, l'amico con la maglia a righe e i capelli alla Caparezza che sta vicino a lei, sempre rivolto al poliziotto, aggiunge truce: «Chi ve l'ha insegnato a fare 'sto lavoro? Il Grande Puffo. Mah, veramente...».

Il capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa, persona illuminata, dovrebbe capire che «'sti ragazzi», che svolgono «'sto lavoro» dove, tanto per restare in tema, la saggezza del Grande Puffo latita ma l'ignoranza dei troppi Gargamella impera, vanno premiati. Glielo ricorda il Sap, con il suo segretario generale, Gianni Tonelli. «Abbiamo bisogno, concretamente, di sentire i vertici del Dipartimento della pubblica sicurezza dalla nostra parte: nel 2012 il comandante generale dell'Arma conferì l'encomio solenne al carabiniere insultato da un manifestante No Tav per il lodevole comportamento tenuto a fronte della grave provocazione subita. Ci auguriamo che il prefetto Pansa faccia la stessa cosa con il poliziotto insultato a San Siro durante gli sgomberi. In questo caso, addirittura, a essere riempito di improperi e offese è stato un intero contingente di operatori. «Possibile - chiede il segretario del Sap - che un poliziotto o un carabiniere siano considerati bravi solo si espongono a rischi fisici, se vengono insultati, aggrediti, se sono oggetto di lanci di pietre? A questo gioco al massacro noi non ci stiamo più».

Del resto se il governo attuerà la

legge delega in Gazzetta ufficiale già da maggio scorso, saranno depenalizzate le occupazioni abusive, a meno che non abbiano a oggetto edifici pubblici o siano compiute armi alla mano o in gruppi numerosi. Un bel segnale.

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