Ore 6:39. Una scritta a caratteri cubitali, poco sotto la testata del Giornale.it. Al posto dell'ultima ora: "Berlusconi in galera. AnonPlus fornisce prove alla magistratura". E poi il link al sito degli hacker che questa notte sono riusciti a entrare nel nostro portale cambiandone alcune configurazioni e pubblicando una notizia falsa. L'attacco porta appunto la firma di AnonPlus, un gruppo gruppo internazionale di pirati del web che si sono messi insieme dopo essere stati cacciati da Twitter, Facebook e Google+.
Sono entrati nel sistema del Giornale.it e hanno lanciato un'ultima ora. Stessi caratteri di quelle pubblicate dalla redazione, ma con una notizia falsa. "Berlusconi in galera. AnonPlus fornisce prove alla magistratura", hanno scritto alle 6:39 di questa mattina. E poi il link al loro social network: "AnonPlus, il gruppo di hackers che ha pubblicato le mail di Salvini) fa arrestare Berlusconi". Non solo. Per dare maggior rilievo all'incursione o per far sparire un articolo che a loro risultava scomodo, i pirati informatici hanno cancellato l'articolo del vice direttore del Giornale, Francesco Maria Del Vigo, che si trovava in apertura di homepage. Si trattava di un articolo sui "furbetti del male assoluto", ovvero su quei grillini che sono in affari grazie a Silvio Berlusconi. Non appena è stato sferrato l'attacco, però, la redazione e lo staff tecnico del sito di via Negri sono ovviamente intervenuti. E con tempestività sono riusciti a fermare il raid cancellando l'ultima ora falsa e cacciando gli hacker fuori dal portale.
Tecnicamente AnonPlus è un social network parallelo a quelli che tutti noi tutti usiamo quotidianamente. È stato creato nel 2011 quando il collettivo Anonymus venne cacciato da Google+ perché, come denunciarono i vertici di Mountain View, con il loro account "Your Anon News" avevano violato le regole della comunità. "AnonPlus - si legge nella loro presentazione - diffonde idee senza censura, crea spazi per divulgare in maniera diretta, mediante defacciamento di massa, notizie che nei media gestiti ad uso e consumo di chi ci controlla non trovano spazio, al fine di ridare dignità alla funzione stessa dei media".
In realtà, gli intenti del gruppo di pirati informatici, che a febbraio avevano "bucato" il database del Pd di Firenze per poi diffondere i dati degli iscritti (tra cui anche quelli di Matteo Renzi, registrato con la mail di quando era sindaco), sono ben lontani da quelli che loro stessi si vantano di perseguire. Anziché divulgare "notizie che nei media non trovano spazio", compiono blitz al solo fine di diffondere bufale senza campo né coda. Proprio come è successo questa mattina al sito del Giornale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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