Gli immigrati assaltano il Palazzo

Scontri a Firenze, somali cercano di irrompere in Prefettura: "Vogliamo subito una casa"

Gli immigrati assaltano il Palazzo

Firenze - Hanno provato a fare irruzione nei locali della prefettura di Firenze, dove i sindaci dell'area si erano riuniti per decidere dove e come accoglierli: per impedire l'accesso a una sessantina di migranti la stessa comunità cui apparteneva Alì Mese, il 35enne somalo morto mercoledì nel rogo del rifugio dormitorio a Sesto Fiorentino sono state necessarie due cariche della polizia in assetto antisommossa. La rivolta, avallati dal Movimento di Lotta per la Casa, non ha avuto buon esito: i manifestanti sono stati respinti a colpi di manganello, e due di essi sono rimasti contusi.

Già il corteo di giovedì allestito a poche ore dalla tragedia aveva fatto registrare qualche tafferuglio, quando i richiedenti asilo avevano tentato di occupare la mostra dell'artista dissidente cinese Ai Weiwei. Ieri in via Cavour, sede della prefettura, la situazione era ancor più delicata: la tensione era palpabile sin dal mattino, quando un gruppo di circa ottanta migranti si è riunita davanti al portone del palazzo che ospitava il summit dei sindaci della zona. Dopo aver chiesto che una loro delegazione partecipasse alla riunione e ottenuto risposta negativa, intorno alle 12 i migranti hanno provato a forzare il blocco imposto dalle forze dell'ordine, ma sono stati respinti con due cariche: sono volati calci, spintoni e qualche manganellata. Nel frattempo, però, gli extracomunitari hanno continuato il presidio sedendosi in strada e bloccando il traffico intorno a via Cavour, esponendo lo striscione «casa subito!» e mandando in tilt la circolazione per diverso tempo. Solo alle 17 i profughi hanno sciolto il presidio e sono tornati a Sesto in treno. «Abbiamo chiesto di partecipare al vertice ha spiegato Lorenzo Bargellini, portavoce del Movimento di Lotta per la casa - ma per tutta risposta ci hanno dato delle manganellate. Vorremmo sapere una destinazione e una soluzione che non sia provvisoria».

La riunione dei sindaci era stata programmata proprio per decidere una sistemazione per gli occupanti dell'ex mobilificio Aiazzione che dopo il rogo del capannone sono stati ospitati temporaneamente nel palazzetto dello sport di Sesto Fiorentino. Alla fine l'accordo tra i sindaci è stato trovato, e prevede lo smistamento dei migranti sul territorio. Le persone identificate dalla polizia municipale di Sesto Fiorentino sono 102 inclusi nove richiedenti asilo, per i quali sono state trovate soluzioni specifiche e da domani saranno smistate nelle strutture dei vari Comuni dell'area fiorentina, da Firenze a Bagno a Ripoli, da Signa a Calenzano. Un piano di accoglienza che però sarà ancora una volta provvisorio, ossia valido fino a quando resteranno in atto i piani per l'emergenza freddo. Poi il rischio è che la polveriera-migranti torni a esplodere. Sulla vicenda, intanto, infuria la polemica politica: «I somali che tentano di assaltare la prefettura tuona il consigliere regionale Giovanni Donzelli (FdI), che venerdì mattina ha effettuato un sopralluogo nella struttura in cambio, come premio ottengono una casa. Indecente. Se ti devo accogliere perché scappi dalla guerra, non puoi fare la guerriglia qui. Se ti piace tanto scontrarti con violenza vai a casa tua a difendere la tua terra e la tua famiglia.

Per me sarebbe semplice: nessuna accoglienza per chi ha provato ad assaltare la Prefettura a Firenze. Peccato che invece dopo il tentato assalto sia arrivata la notizia: gli assalitori troveranno tutti un alloggio nei comuni del fiorentino. Alla faccia di chi rispetta le regole».

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