Roma - Sempre più stringente la questione religiosa legata al fenomeno dell'immigrazione. E al centro di questo dibattito campeggia il tema della presenza dei fedeli islamici entrati nel nostro Paese. Serve, però, uscire dalle paure che rinfocolano l'immaginario collettivo e guardare i numeri. Che solo in parte confermano i luoghi comuni. La Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) ha prodotto, per esempio, un valido studio censendo le confessioni religiose degli immigrati in terra italiana. Dallo studio emergono due dati significativi. Il primo riguarda i cattolici. Il nostro Paese, cattolico per antonomasia, non attrae immigrati cattolici. O meglio non ne attrae molti. Nonostante il supporto che viene offerto loro dalle tante organizzazioni ecclesiastiche o vicine alla Chiesa, sono circa un milione. Meno di cristiano-ortodossi e di musulmani. L'indagine - è bene precisarlo - esclude dal censimento alcune categorie. Innanzitutto gli irregolari e i clandestini, e poi quegli immigrati che nel frattempo hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Il gruppo maggioritario è quello dei cristiano ortodossi (1,6 milioni), composto in prevalenza da persone provenienti dall'area balcanica e dai Paesi dell'Est europeo. A seguire troviamo gli immigrati che si professano musulmani (1,4 milioni). La loro provenienza prevalente è l'area del Maghreb (solo dal Marocco vengono oltre 420mila immigrati), seguito da Albania, Bangladesh e Pakistan.
La ricerca dell'Ismu riguarda, ovviamente, tutte le confessioni religiose. Tra quelle cosiddette minori l'Ismu ha censito 182mila buddhisti, 121mila cristiani evangelisti, 72mila induisti, 19mila cristiano-copti e 17mila sikh. Tra le voci del censimento spicca anche quella sull'«incidenza percentuale» dove i musulmani sono il 2,3% della popolazione complessiva , i cristiano-ortodossi il 2,6%, i cattolici l'1,7%.
Il secondo dato importante riguarda la residenza. I musulmani si concentrano in Lombardia ed Emilia Romagna. La regione in cui vivono più stranieri residenti di fede musulmana, minorenni inclusi, è infatti la Lombardia: sono 368mila (pari al 26% del totale degli islamici presenti in Italia). Al secondo posto troviamo l'Emilia Romagna con 183mila musulmani (pari al 12,8% del totale degli islamici in Italia), al terzo il Veneto dove i musulmani sono 142mila (pari al 10% del totale), al quarto il Piemonte con 119mila presenze. Per quanto riguarda la provenienza, quella relativa ai marocchini costituisce la principale collettività nazionale musulmana in ciascuna delle quattro regioni con il maggior numero di cittadini stranieri che appartengono all'islam (ovvero in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte). Nel Lazio invece primeggiano i bengalesi e in Toscana gli albanesi. La regione italiana in cui vivono più immigrati cattolici è la Lombardia, con 277mila presenze, seguita dal Lazio (152mila) e dall'Emilia Romagna (95mila). Ovviamente, come già specificato sopra, dal conto vengono esclusi gli irregolari e i clandestini.
L'indagine dell'Ismu è in linea con quelle effettuate nel corso degli ultimi anni. La tendenza, sul movimento migratorio lo offre poi un altro studio firmato dal centro studi Idos (per conto della Caritas diocesana di Roma).
Incrociando i dati del 2014 con quelli del 2013, si scopre che a essere aumentato (nell'incidenza sugli immigrati nel loro complesso) è il gruppo dei cristiani (sia cattolici che ortodossi: +6%), seguito da quello che raccoglie i fedeli delle religioni orientali (+3%) mentre i musulmani sono diminuiti in percentuale di 9 punti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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