«Cambiamento». Un concetto ripetuto più volte ieri nell'aula del Senato quando il premier Giuseppe Conte ha illustrato il programma di governo e chiesto la fiducia. E nelle parole del nuovo presidente del Consiglio questo cambiamento prende forma portando a termine l'accordo sottoscritto da Cinque Stelle e Lega. I punti del programma sono noti da tempo, ma ne sono stati evidenziati alcuni che fanno parte del Dna della Lega.
Inutile nasconderselo, forse l'inedita alleanza gialloverde farà arricciare il naso a qualcuno, ma sentire riecheggiare a Palazzo Madama temi forti su cui intervenire, come immigrazione, legittima difesa, flat tax, rapporti con l'Unione europea e sanzioni alla Russia, è musica nuova per le nostre orecchie. Non leggiamo il futuro e non sappiamo se il governo sarà in grado di portare a termine questo cambiamento. Le premesse sono buone e la speranza della maggioranza degli italiani è che non siano solo buone promesse. Ma soffermiamoci un momento sui quei punti che la Lega ha voluto fortemente nel programma di governo. A cominciare dalle tasse che, come ha detto Conte, devono essere «eque» e da pagare «in maniera semplice», avendo come «obiettivo la flat tax». Ma sicuramente la cosa che ha avuto più impatto è il nuovo atteggiamento del governo verso l'immigrazione, che diventerà il banco di prova «del nuovo modo di dialogare con i partner europei». Secondo Conte, «la gestione dei flussi finora è stata un fallimento» ed è arrivata l'ora di chiedere «con forza il superamento del Regolamento di Dublino per ottenere l'effettivo rispetto dell'equa ripartizione delle responsabilità». Ma non solo. «Metteremo fine a un business cresciuto a dismisura sotto il mantello della solidarietà». Nel discorso del premier c'è anche spazio per la legittima difesa, cavallo di battaglia non solo della Lega ma dell'intero centrodestra, che va riformata. Ma le novità arrivano anche in politica estera e non riguardano solo i rapporti con Bruxelles ma anche con Mosca. Conte ha detto chiaramente che il governo intende «ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all'Alleanza Atlantica, con gli Stati Uniti d'America quale alleato privilegiato. Saremo fautori di un'apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa».
Insomma, l'esecutivo gialloverde mette in campo un bel po' di punti che erano nei progetti del centrodestra e che la Lega ha posto come condizioni per formare la maggioranza.
Oggi non possiamo fare altro che attendere il lavoro del governo, augurandoci che i provvedimenti promessi vadano in porto. Crediamo improbabile che su questi punti Salvini non trovi riscontro negli alleati, cioè Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, visto che erano incisi a chiare lettere nel programma dei tre partiti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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