Gli indipendentisti contro la polizia: Barcellona torna violenta

La manifestazione del sindacato degli agenti attaccata dai dimostranti: arresti e feriti

Gli indipendentisti  contro la polizia:  Barcellona torna violenta

Barcellona L'autunno caldo dello scontento, ieri, ha dato il primo assaggio nella capitale della Catalogna, appena uscita contenta e ubriaca dalla sua principale festività, la Mercè, che celebra la madonna protettrice. Due manifestazioni, prive di punti in comune, si sono trasformate in due falangi contrapposte e inconciliabili: da una parte, gli agenti del sindacato Jusapol della Policia Nacional e della Guardia Civil che chiedevano a Madrid aumenti salariali, dall'altra, circa diecimila membri del Cdr, il Comitato di Difesa della Repubblica (di Catalogna) che attualmente esiste soltanto nei piani dei separatisti - , movimento indipendentista della sinistra violenta e integralista, fuoriuscito da Erc, i repubblicani che ripudiano il regno di Spagna e Madrid.

Poco prima di mezzogiorno, i due cortei si sono sfiorati all'altezza di via Laietana, arteria importante per chi si dirige verso la spiaggia cittadina, trafficata come ogni sabato di turisti e vacanzieri. Sembra che gli indipendentisti abbiano iniziato a lanciare vari oggetti sugli agenti, innescando una violenta guerriglia e provocando l'intervento dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana che per ben due volte ha dovuto caricare e lanciare gas urticanti sulla folla. «Erano meno di duemila», ha dichiarato a radio Cadena Ser un agente che manifestava in strada, «ma avevano brutte intenzioni, sembrava ci aspettassero per darci una lezione».

È dallo scorso autunno che non corre più buon sangue tra gli ambienti indipendentisti più estremi catalani dopo i violenti scontri di un anno fa all'ingresso e dentro i seggi del referendum illegale per l'indipendenza della Catalogna promosso dal precedente governo catalano, sciolto poi dall'intervento dell'esecutivo di Mariano Rajoy che rilevò i crimini di «disobbedienza», «ribellione», «sedizione» e «malversazione di denaro pubblico». La mattina del primo ottobre 2017, la vice premier Soraya de Santa Maria, ordinò a Policia e Guarcia Civil d'impedire l'ingresso dei votanti nei seggi. Ne scaturì una sanguinosa guerriglia urbana che mai si era vista in Spagna tra semplici cittadini, comprese donne anziane, e autorità. Immagini di una violenza inaudita sbattute davanti agli occhi del mondo che spinsero la Commissione europea (e la cancelliera Angela Merkel) a telefonare a Rajoy per intimargli lo stop.

Gli scontri di sabato sono sembrati una maldestra spedizione per «punire gli agenti di Madrid».

Gli indipendentisti non hanno tollerato che la concentrazione di poliziotti che chiedevano più soldi in busta paga, fosse anche un velato omaggio agli scontri del primo ottobre 2017. Ieri ci sono stati sei arresti e una quindicina di feriti. L'autunno caldo della secessione è appena agli inizi.

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