Valeria Robecco
New York Un tour in cinque paesi del Vecchio Continente per sollevare le preoccupazioni sulla crescente influenza di Russia e Cina nell'Europa centrale. È la missione intrapresa dal segretario di stato Usa Mike Pompeo, che ieri è arrivato a Budapest, in Ungheria, per la prima tappa del viaggio che lo porterà nei prossimi giorni anche in Slovacchia e Polonia, oltre che a Bruxelles e a Reykjavik, in Islanda. L'obiettivo di Pompeo è sollevare le questioni della dipendenza dell'Europa centrale dal gas russo e della presenza della società di telecomunicazioni cinese Huawei, in particolare in Ungheria. «L'imperativo - ha spiegato il titolare di Foggy Bottom - è condividere la nostra conoscenza sui rischi legati alla tecnologia Huawei. Rischi reali per la loro gente, come la perdita di protezione della privacy». E ha avvertito che l'America potrebbe essere costretta a ridurre alcune operazioni in Europa e altrove se i paesi continueranno a fare affari con il colosso cinese delle Tlc. Washington ha già messo al bando Huawei, ma è preoccupata dall'espansione di questa società, specialmente nei paesi membri dell'Alleanza Atlantica, per il timore che possa essere usata a scopi di spionaggio. Il segretario di stato, inoltre, spera di invertire quello che i funzionari Usa hanno definito un decennio di disimpegno nell'Europa centrale, che ha creato un vuoto sfruttato aggressivamente nella regione da Mosca e Pechino. «Per molto tempo li abbiamo evitati, e questo li ha spinti a riempire il vuoto con gente che non condivide i nostri valori - ha detto Pompeo durante una conferenza stampa con il suo omologo Peter Szijjarto - I russi e i cinesi hanno finito per avere più influenza qui». Ribadendo che «non condividono per nulla gli ideali americani che ci stanno tanto a cuore». Gli Usa, ha proseguito, «sono stati troppo spesso assenti dalla regione, e questo è inaccettabile. Fondamentale che siamo qui». Quindi, ha avvertito che bisogna «impedire al leader del Cremlino Vladimir Putin di causare divisioni tra amici e partner della Nato». Il capo della diplomazia americana ha incontrato anche il premier nazionalista Viktor Orban, che condivide con il presidente Donald Trump la posizione dura sull'immigrazione, ma ha adottato misure sempre più autoritarie, compresa la repressione dell'opposizione, dei sindacati, dei media indipendenti e delle università, tra cui quella finanziata dal miliardario filantropo George Soros, costretto a trasferirla a Vienna. La decisione di Pompeo di vedere Orban ha scatenato le critiche delle associazioni per i diritti umani, le quali lo hanno invitato a prendere una posizione forte contro le sue politiche. I funzionari Usa, da parte loro, hanno tuttavia spiegato che è impossibile promuovere le posizioni e gli interessi di Washington in Ungheria in modo efficace senza incontrare il premier. Dopo Budapest, oggi Pompeo sarà a Bratislava per vedere i dirigenti slovacchi su questioni simili, e rendere omaggio alle centinaia di persone morte tentando di scappare dall'ex Cecoslovacchia comunista all'Austria durante la Guerra Fredda. Terrà anche un intervento davanti agli studenti sull'importanza dell'eredità delle libertà democratiche occidentali e del loro trionfo sul comunismo». Quindi, il segretario di stato si recherà in Polonia per partecipare - domani e giovedì - ad una conferenza sul futuro del Medio Oriente, dove l'attenzione sarà in particolare sull'Iran.
Al summit è previsto l'arrivo del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, del vice presidente Usa Mike Pence, del genero e consigliere di Trump, Jared Khusner, e dell'inviato americano per i negoziati internazionali Jason Greenblatt.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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