Roma - La buffonata della «manina» è stata per Giancarlo Giorgetti la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, infatti, si è sentito chiamato direttamente in causa da Luigi Di Maio e non sembra l'abbia presa bene. D'altra parte, era da tempo che con il M5s la tensione era in salita. Almeno da inizio ottobre, quando all'indomani di uno dei vertici di maggioranza sulla manovra, tra M5s e Lega è scoppiata una vera e propria guerra della comunicazione, con i primi e i secondi a veicolare in via ufficiosa tabelle con numeri contrastanti sulle risorse da dedicare alla riforma della Fornero piuttosto che al reddito di cittadinanza. Un braccio di ferro abbastanza in chiaro, visto che in diverse occasioni la Lega ha smentito le simulazioni che uscivano su sollecitazione grillina derubricandole a «simulazioni».
Quello che invece è rimasto sottotraccia è il fastidio del sottosegretario alla presidenza Giorgetti per le veline veicolate ad uso e consumo di agenzie e giornali. Per usare un'immagine cara a Di Maio, infatti, la «manina» che passava le informazioni era quella di Rocco Casalino, guru della comunicazione Cinque stelle. Con un dettaglio: Casalino è formalmente il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte eppure comunica da Palazzo Chigi non la linea del governo, ma quella del Movimento, spesso e volentieri in contrasto con la Lega. È questo il dettaglio che ha fatto andare su tutte le furie non solo Giorgetti, ma pure Salvini. Così, dopo essersene lamentato direttamente con Conte, Giorgetti è tornato a chiedere che il portavoce del premier tenga un profilo più basso, anche in considerazione degli «incredibili scivoloni» dei mesi scorsi. Il riferimento è ovviamente ai due audio in cui Casalino attaccava frontalmente i tecnici del Mef e quello in cui si lamentava di aver dovuto saltare le vacanze di Ferragosto per colpa del crollo del ponte Morandi a Genova.
Ma il braccio destro di Salvini non si è limitato alle lamentele. Così, una decina di giorni fa, Iva Garibaldi, storica portavoce del leader della Lega, oggi a Palazzo Chigi a supportare Giorgetti, ha infatti pensato bene di convocare alcuni dei giornalisti che seguono il governo per spiegare loro lo stato dell'arte. E il senso di quello che la Garibaldi ha detto ai cosiddetti «chigisti» è che qualunque notizia sia veicolata da Casalino deve essere verificata da lei. «Rocco non parla a nome di Palazzo Chigi, ma solo a nome del Movimento Cinque stelle», è stato il ragionamento della Garibaldi. E questo nonostante Casalino sia a tutti gli effetti il portavoce del presidente del Consiglio.
Lavoro per il quale viene lautamente pagato dallo Stato italiano: ben 169mila euro lordi l'anno, contro i 114mila che percepisce il suo datore di lavoro Conte. Eppure, nonostante il corposo stipendio, pare che Casalino sia più occupato a fare la comunicazione del M5s che quella del governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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