In Italia 18 imam estremisti nel mirino dell'antiterrorismo

Sotto osservazione alcuni predicatori islamici che rischiano l'espulsione, due sarebbero già stati allontanati da Milano. Un centinaio le persone sospette per attività jihadista

In Italia 18 imam estremisti nel mirino dell'antiterrorismo

In Italia, gli imam estremisti nel mirino dell'antiterrorismo, che rischiano di venire espulsi, sarebbero 18. Un centinaio in tutto sono gli elementi sotto controllo per attività jihadista. Secondo una fonte del Giornale in queste ore sarebbero state eseguite due espulsioni di un egiziano e un marocchino a Milano, anche se manca una conferma ufficiale. Non si tratterebbe di predicatori, ma di personaggi responsabili di propaganda islamica anti occidentale.

Il Giornale è in possesso di una lista parziale di nomi di predicatori, in diversi casi fai da te, che sarebbero «attenzionati» dalle forze dell'ordine. Non solo per i sermoni ed i post su Facebook , ma per i contatti con imam itineranti giunti a predicare in Italia e poi arrestati nei loro rispettivi paesi. Nel Nord sarebbero nel mirino quattro predicatori di origini yemenite, che hanno contatti con una scuola teologica di San'a, la capitale dell'ex regno di Saba. Questa scuola è sospettata di collegamenti con il braccio armato di Al Qaida nella penisola arabica, che ha rivendicato la strage nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi.

Un predicatore nordafricano considerato pericoloso si trova in un capoluogo di provincia del Veneto, ma potrebbe rischiare l'espulsione anche l'imam o pseudo tale di un quartiere di Roma. Nel centro Italia dovrebbe essere sorvegliato un altro predicatore vicino ai Fratelli musulmani. Oltre agli yemeniti ed i nordafricani sarebbero finiti nella lista delle possibili espulsioni gli imam di origine balcanica. Alcuni in Lombardia, altri in Toscana, ma non mancano predicatori sotto la lente nel Nord Est.

Il Viminale sta valutando le loro posizioni per un eventuale provvedimento di espulsione «per motivi di sicurezza nazionale». Una fonte del sito d'informazione Huffington Post ha confermato che «si tratta di persone, diciamo pure predicatori, nei cui confronti non ci sono gli estremi per procedere all'arresto o ad altre forme di interdizione e di cui però è dimostrata l'attività di proselitismo in chiave integralista e anti occidentale». Gli imam a rischio vengono individuati anche attraverso i percorsi in Italia dei predicatori itineranti stranieri, ancora più pericolosi. Fra l'agosto ed il settembre dello scorso anno è stato arrestato in Bosnia, Bilal Bosnic ed in Kosovo, Shefqet Krasniqi. Il primo era stato inviato diverse volte nel nostro paese a Pordenone, Cremona, Bergamo e Siena. I suoi sermoni in Italia erano sempre normali, ma dietro le quinte faceva da tramite per l'invio di volontari della guerra santa in Siria, come Ismar Mesinovic, l'imbianchino di Longarone poi morto in combattimento.

Krasniqi, imam della grande moschea di Pristina, è stato invitato a Grosseto nel 2013 e ha girato in altri centri legati ai gruppi islamici albanesi. Dopo l'arresto in settembre per un'inchiesta sui miliziani kosovari del Califfato è tornato in libertà con l'obbligo di firma ed il divieto di pronunciare sermoni. Altre tracce seguite dagli investigatori riguardano la visita in Italia del 2013 di Musa Cerantonio, un australiano con papà calabrese, che si è fatto fotografare davanti San Pietro con una bandiera nera dell'Islam. Il predicatore fai da te, che spopola sul web, è stato arrestato lo scorso anno nelle Filippine e rispedito in Australia. Almeno un imam probabilmente «attenzionato» si è fatto immortalare durante il suo viaggio in Italia con Cerantonio, che era stato invitato pure in una moschea del Coordinamento associazioni islamiche di Milano.

Gli estremisti a rischio espulsione predicherebbero soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Lazio. L'ultimo caso, del 25 luglio scorso, è quello dell'imam fai da te di San Donà di Piave, Abd al-Barr ar-Rawdi. Riferendosi agli ebrei aveva pregato: «Oh Allah contali tutti, annientali tutti, non ne tralasciare nemmeno uno (…) Oh Allah semina il terrore nei loro cuori».

Un pesce piccolo rispetto a Hosni Hachemi Ben Assan, l'ex imam della moschea di Andria, in Puglia, condannato il 24 settembre a 5 anni e 2 mesi per terrorismo

internazionale.

Il predicatore aveva legami con Sharia 4, la rete della guerra santa in Belgio, a cui fanno riferimento i 13 arrestati delle ultime ore, dopo lo scontro a fuoco con i terroristi che si preparavano a colpire Bruxelles.

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