Si può essere colti di sorpresa dall'estate? A quanto pare si può, se si governa l'Italia e le sue Regioni, buona parte delle quali si scopre arrivata alla stagione calda senza un piano antincendi e senza i mezzi necessari a fronteggiare emergenze che nella Penisola sono una ricorrente certezza. Tanto da spingere la Protezione civile, nel giorno del disastroso incendio in Portogallo, a far suonare un campanello d'allarme pacato, ma con destinatari chiari. «L'impegnativa settimana appena trascorsa in termini di interventi aerei sugli incendi boschivi da parte della flotta aerea nazionale e la tragedia che si sta consumando in Portogallo - avvisa il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio - deve farci essere ancora più attenti e pronti». Per cui, continua Curcio, si invitano «tutte le Regioni che ancora non lo hanno fatto a dotarsi di una propria flotta». Il messaggio è chiaro: a disastro avvenuto non potrete scaricare il barile delle responsabilità.
I destinatari sono Sicilia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Marche e Umbria che finora non hanno provveduto a dotarsi di elicotteri antincendio. Per capire da cosa nasca questa lacune, bisogna orientarsi nel dedalo di normative che in un Paese tormentato dagli incendi boschivi che ogni anno fanno sparire circa 26mila ettari di verde, pari a una volta e mezza la superficie del Comune di Milano, hanno creato una catena di comando confusa e piena di sovrapposizioni tra il ruolo delle Regioni, che avrebbero la competenza sulla materia, e quello di vari enti dello Stato che vengono chiamati in soccorso. La legge Madia non ha semplificato il quadro, pur avendo eliminato una delle autorità, cioè il corpo forestale. «I vigili del fuoco hanno ereditato il compito di intervenire in caso di emergenza se chiamati dalle Regioni - spiega Riccardo Boriassi, portavoce Conapo, sindacato dei vigili del fuoco - ma degli 8mila uomini del corpo forestale solo 300 sono passati tra le nostre fila». Le Regioni a loro volta si sono mosse con la consueta lentezza. E il governo è riuscito a riunirle per stilare una convenzione che regoli il rapporto con le forze antincendio statali solo tre giorni fa. In diverse Regioni mancano però ancora i piani antincendio e il personale che si è aggiunto ai vigili del fuoco non ha ricevuto le direttive necessarie. «Questo è un anno particolare aggiunge Curcio per il quadro legislativo cambiato. Dobbiamo fare i conti con una profonda riorganizzazione a tutti i livelli dell'utilizzo delle risorse, delle procedure e della filiera delle responsabilità, questo è sicuramente vero, ma non possiamo permetterci di sottovalutare il rischio degli incendi boschivi. Soprattutto con queste temperature così elevate già oggi». E invece ci sono Regioni, come la Sicilia, famosa per l'elevato numero di operai forestali, che invece non si sono ancora dotate di mezzi propri per fare fronte agli incendi.
Il rischio non è solo teorico. Giorni fa un rogo sul monte Conero, perla balneare delle Marche, ha trovato la Regione impreparata. I vigili del fuoco sono dovuti intervenire massicciamente scoprendo altre aree della Regione. In estate non è certo raro che si verifichino due emergenze contemporaneamente. E quando si tratta di incendi boschivi la velocità dell'intervento è decisiva, come si è visto, tragicamente, in Portogallo.
Le statistiche tra l'altro, dopo qualche anno di calo delle superfici boschive distrutte, da due anni fanno registrare un nuovo aumento:
oltre 25mila ettari nel 2015, circa 27mila nel 2016. Ed ecco cosa prevede il bollettino di 3Bmeteo per la settimana che viene: «Nuova ondata di calore con picchi di 35-36 gradi». Nessuno dica che non si poteva prevedere.
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