Cinquecento euro per uccidere il marito.
La Procura di Roma ha fatto luce sulla morte di Mario Monaco, romano di 63 anni, ucciso in Romania.
Il delitto è avvenuto il 30 dicembre scorso e a denunciare la tragedia è stata proprio la donna, che poi si è stato scoperto essere la mandante del delitto. Si tratta di una romena di 32 anni, che è finita nel fascicolo dei magistrati, insieme a due coetanei di ventidue anni. Ai polsi di tutti e tre sono scattate le manette.
Nelle ultime ore è stato ricostruito quando avvenuto nel comune di Buciumeni, 5000 abitanti appena. La vittima è stata aggredita a calci, pugni e bastonate. Prima una serie di violenti colpi in faccia per stordire il poveretto, che poi è stato finito con un bastone. Quando gli investigatori locali sono giunti sul posto, si sono resi conto subito che si trattava di morte violenta.
Per il romano non c'era più nulla da fare e la salma è stata trasportata in obitorio. Qui gli esami del medico legale non hanno lasciato dubbi: il pestaggio era stato così violento da provocare la morte, conseguenza dei ripetuti colpi inferti all'addome e alla testa.
La donna è stata ascoltata a lungo dopo aver dato l'allarme. Ha raccontato di aver trovato il marito in quelle condizioni. Ma la polizia ha capito che qualcosa non quadrava e ha ascoltato decine di testimoni. Poi l'arresto e gli atti sono passati a Roma dove il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il sostituto procuratore Eugenio Albamonte, hanno aperto un fascicolo, iscrivendo il nome della trentaduenne e dei due ventiduenni romeni nel registro degli indagati per omicidio volontario aggravato in concorso. Hanno infatti ricostruito che sarebbero stati i due giovani gli autori materiali e che lei aveva una relazione con uno di loro. La somma, corrisposta per il delitto, sarebbe stata pagata in valuta romena, per un importo pari a 500 euro.
La trentaduenne aveva conosciuto il marito quando ne aveva diciannove. Si erano innamorati in Italia, poi trasferiti nel paese natale di lei. Ma le cose non andavano bene. Lei non era felice. E quando ha incontrato il ventiduenne sono iniziate liti sempre più frequenti. Così ha pagato l'amante per far fuori il coniuge.
Dopo il pestaggio mortale, avvenuto in casa, le trentaduenne ha cercato di creare una situazione che portasse gli investigatori a pensare a un incidente domestico. Ma il corpo della vittima era martoriato e quelle ferite hanno lasciato poco spazio ai dubbi.
La polizia è arrivata ben presto ai due giovani, che hanno cercato di giustificarsi: «Volevamo solo stordirlo non ucciderlo, eravamo ubriachi». Messi sotto pressione, però, sono crollati e hanno ammesso tutto, compreso il nome della mandante e i soldi ricevuto.
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