Ius soli, Alfano adesso barcolla

Il leader di Ap sembra archiviare la cittadinanza agli stranieri: "Ora può essere regalo alla Lega". Il Pd non ci sta: "Sbaglia"

Ius soli, Alfano adesso barcolla

Ius soli sì, ius soli no. Ma anche forse. Dipende dal momento insomma. Angelino Alfano cambia di nuovo idea. "Ribadiamo sullo ius soli che è una cosa giusta fatta in un momento sbagliato e può diventare un regalo alla Lega", ha dichiarato il leader di Ap al termine della direzione nazionale del partito. In pratica adesso non ci sono le condizioni e la legge sulla cittadinanza agli stranieri potrebbe rivelarsi un boomerang. Oppure, vista da un'altra angolazione, il ministro degli Esteri non ha ancora capito su quale poltrona morire e così temporeggia. Cosa che invece non si può dire per il coordinatore del suo partito, Maurizio Lupi, che è stato tranchant: "Serve una legge, ma una buona legge. Ora sarebbe un errore avere altre forzature in Parlamento sullo Ius Soli. Per noi si tratta di una questione chiusa. Almeno per questa legislatura. Se in Consiglio dei ministri si parlerà di mettere la fiducia, i nostri ministri si diranno contrari, ma il presidente Gentiloni, che ha dimostrato più volte responsabilità, sa che da qui a dicembre le proprietà sono altre".

Alfano invece fatica a prendere una posizione chiara. Un mese fa sosteneva: "Noi abbiamo già votato a favore dello ius soli alla Camera e non abbiamo un'obiezione di merito, se non in alcuni emendamenti molto importanti che presenteremo".

Nel luglio scorso invece Alfano aveva avuto un faccia a faccia col premier Paolo Gentiloni, il quale avrebbe manifestato la sua intenzione di andare avanti con lo ius soli e di volerlo approvare a settembre. Ma in quell'occasione il leader di Ap aveva avvertito: "Non garantisco i voti del gruppo di Ap. Non reggo il gruppo, non garantisco i voti, il clima è pessimo, gli sbarchi non aiutano, sono sul piede di guerra anche i vostri sindaci, quelli del Pd".

Un mese prima era invece più sicuro: "Il tema dello ius soli risponde a una domanda esistente. Io sono a favore di uno Ius culturae. Anni fa ho detto che l’Italia non può diventare una immensa sala parto e io lavoro perchè questo non succeda. Da questo punto di vista abbiamo fatto un buon lavoro. Se questo provvedimento arriverà all’esame finale del Senato chiederò al mio partito che si voti per il Sì, proponendo comunque dei correttivi, come abbiamo già fatto alla Camera".

Se poi torniamo a tre anni fa quando attaccava la sinistra perché "crede che la priorità siano lo ius soli o altre amenità", ecco che si raggiunge il culmine delle giravolte.

Dal canto suo invece il Partito Democratico non ha alcuna intenzione di tirare i remi in barca. "Noi non vogliamo mettere in difficoltà il governo, perché sappiamo cosa c'è davanti, dal Def alla Legge di stabilità. Ma sullo ius soli la posizione del Pd non si sposta di un millimetro", ha precisato Matteo Richetti rispondendo ad Ap che oggi ha ribadito il suo no alla ius soli.

"Io non trovo corretta la considerazione che questo non è il tempo giusto per lo ius soli perché lo ius soli garantisce l'integrazione ed è quindi la risposta giusta in un tempo come questo di inquietudine e paure. Non c'è tempo migliore per approvare quello che è un diritto sacrosanto. Il nostro impegno di ieri, oggi e domani è per trovare una maggioranza parlamentare per approvare lo ius soli".

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