Kyenge: "Il Pd approvi la legge sullo ius soli"

Cecile Kyenge si fa portavoce delle preoccupazioni dei dem per un possibile patto con la Lega per far affossare la riforma in cambio di un supporto sulla legge elettorale

Il ministro all'Integrazione Cecile Kyenge a Che tempo che fa
Il ministro all'Integrazione Cecile Kyenge a Che tempo che fa

“Faccio un appello al Pd, il nostro partito non deve avere paura dell’ostruzionismo della Lega che sta facendo le barricate in Senato per non far passare questa legge. In passato, quando si è voluto, queste barricate sono state superate”. Cecile Kyenge, intervenendo a Radio Cusano Campus, ha chiesto al suo partito di andare avanti per approvare la legge sullo ius soli che giace ferma in Senato.

“Per l’Italia questo tema rimane una priorità, per una questione di civiltà –ha affermato Kyenge-. I bambini senza cittadinanza che ci guardano ci chiedono di non essere più ignorati. Questa è una responsabilità di tutti noi, anche per dare coerenza a tutti i temi che contraddistinguono il Pd”.

Anche Gianni Cuperlo, uno dei leader della minoranza dem, ha mandato un monito ai vertici del suo partito. “Se un partito di sinistra, il Pd, il mio partito, contrabbandasse una legge di civiltà come lo "ius soli" con un accordo sulla legge elettorale, quella sarebbe una delle ragioni per abbandonare quel partito", ha dichiarato Cuperlo. Tra i democratici si teme che la riforma sulla cittadinanza venga definitivamente accantonata per poter andare a elezioni a giugno con una legge elettorale che vada bene anche alla Lega. Una scelta che il senatore renziano, Roberto Cociancich, definisce un "pactum sceleris", ricordando che: "Lo stesso Matteo ha sempre detto che la riforma della cittadinanza era insieme con quella sulle unioni civili, uno dei provvedimenti che dà dignità a questa legislatura” e che: “Una legge elettorale non sta sullo stesso piano di una legge di civiltà come questa".

Ieri, intanto, la relatrice della riforma Doris Lo Moro, capogruppo dem in commissione, ha aperto il dossier “ius soli” e si è detta determinata a portare a casa la legge “a tutti i costi” pur ammettendo che "in questi giorni si sente che c'è qualcosa che non va”. “Credo sia collegato alla sentenza della Consulta – spiega - e alle sue conseguenze: se si va al voto prima dell'estate o meno. Comunque non mi sembra credibile l'ipotesi di voto anticipato con tutti i problemi sul tavolo. E con la Lega non abbiamo nulla che ci accomuni, non vedo neppure affinità sulla legge elettorale".

E, infatti, il Carroccio, non intende cedere sulla riforma della cittadinanza."Se approda in Aula – dice Calderoli -presenterò non gli 8 mila emendamenti già depositati in commissione, ma milioni. Faremo su questo la campagna elettorale".

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