Roma - Il neokeynesismo eretico elevato all'ennesima potenza. Andrea Roventini, l'economista vicino al Movimento 5 Stelle e fino al 4 marzo ministro dell'Economia del «team Di Maio», è un giovane professore associato alla Scuola Sant'Anna di Pisa ed è un allievo di Giovanni Dosi, un altro libero pensatore che ha ispirato le teorie pentastellate. A nobilitare il curriculum del quarantenne emiliano è però l'aver firmato insieme al suo mentore e al Nobel per l'economia Joseph Stiglitz un paper nel quale si sottolinea, in estrema sintesi, come i modelli interpretativi tradizionali non siano sufficienti a spiegare l'alternanza tra cicli recessivi ed espansivi.
L'idea-guida degli intellettuali come Roventini e Dosi è che il mercato non sia in grado di autoregolarsi come sostengono gli economisti classici (da Smith a Friedman), ma che abbia bisogno di un «aiutino» non solo attraverso gli investimenti ma anche agendo sulla leva della redistribuzione del reddito. Ossia adottando misure come il reddito di cittadinanza che aiutino a «tamponare» le disuguaglianze. Allo stesso modo, si può ridurre l'incidenza della variabile «psicologica» dei consumi rendendo meno flessibile il mercato del lavoro. Se il posto è fisso, il dipendente spende di più perché sa di non dover risparmiare per i tempi di magra.
Ma come si finanziano questi trasferimenti di reddito all'interno di uno stesso sistema economico? Ovviamente tassando i più ricchi. L'assunto di base, infatti, è che gli individui con redditi più alti tendano ad accumulare patrimonio mentre i «proletari» consumano ciò che guadagnano. Di qui la corrispondenza d'amorosi sensi tutta «socialista» come le patrimoniali. E la simmetrica avversione per la flat tax. «È un intervento sconsiderato: costa tantissimo e non stimola la crescita», dichiarò Roventini al Corriere bollandola come «un regalo ai ricchi che aumenta la disuguaglianza». Analogamente l'economista è un sostenitore dell'allargamento della base imponibile con l'eliminazione di molte tax expenditures. «Si possono fare tagli mirati alla spesa pubblica realizzando il piano Cottarelli e tagliando agevolazioni fiscali improduttive», ha detto al Sole 24 Ore quando era candidato ministro a Cinque stelle.
Queste teorie piacciono non solo ai grillini, ma anche a sinistra.
Nel giugno scorso Dosi e Roventini firmarono con il collega renziano Nannicini e con Marco Leonardi una lettera aperta al Corriere chiedendo il superamento del Fiscal compact e l'introduzione di un sussidio di disoccupazione europeo. Il professore non assolutamente un outsider.
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