Quindici anni dopo il più clamoroso e sanguinoso attentato della Storia, che ha colpito al cuore della superpotenza mondiale abbattendo le due torri gemelle, simbolo dell'impero finanziario, bruciando vive circa 3mila persone, l'Occidente non ha ancora imparato la lezione più elementare: l'arma vera del terrorismo islamico non sono le bombe, i kalashnikov o le cinture esplosive, ma è il lavaggio di cervello. Perché quei 19 dirottatori votati al «martirio» islamico non erano armati. L'arma, che ha consentito loro di sequestrare quattro aereo e trasformarle in «bombe umane», era la la loro determinazione a morire per uccidere il maggior numero possibile di «miscredenti» e conquistare il paradiso di Allah.
Così come l'Occidente non ha imparato che il singolo terrorista suicida-omicida è solo la punta dell'iceberg e che per vincere la guerra dobbiamo scardinare l'iceberg, non limitarci a scalfirne la punta arrestando ed espellendo solo se viene colto in flagranza di reato. Non abbiamo ancora capito che quando in mezzo a noi ci sono persone che sono state modificate mentalmente e affettivamente, al punto che con il sorriso sulle labbra ci dicono «così come voi amate la vita, noi amiamo la morte», è ormai troppo tardi, perché sono delle bombe umane pronte a farsi esplodere in ogni momento.
La verità è che abbiamo paura di guardare in faccia alla realtà dell'iceberg, della «fabbrica del terrore», della filiera che partendo dalla predicazione d'odio, di violenza e di morte che avviene nelle moschee o nei siti che propagandano la guerra santa islamica, pratica il lavaggio di cervello, arruola, addestra militarmente, creando il terrorista islamico che sgozza, decapita, massacra e si fa esplodere.
Questa paura ha a tal punto sopraffatto l'Occidente che, dal 2005, si è caduti nella trappola di immaginare che per sconfiggere i terroristi tagliagole ci si dovesse alleare con i terroristi taglialingue, che ci hanno imposto la sospensione dell'uso della ragione per legittimare l'islam come religione a prescindere dai suoi contenuti violenti, concedendo loro sempre più moschee. L'esito più catastrofico della paura dell'islam è l'irrompere di un terrorismo islamico autoctono ed endogeno, con terroristi islamici con cittadinanze occidentali che colpiscono all'interno stesso dell'Occidente per massacrare altri cittadini occidentali da loro condannati indiscriminatamente come nemici dell'islam. Mentre i 19 terroristi islamici dell'11 settembre 2001 erano cittadini arabi trasferiti negli Stati Uniti per colpire il nemico esterno, i terroristi islamici che dal 7 luglio 2005 si fecero esplodere nel centro di Londra sino a quelli che si sono fatti esplodere a Parigi il 13 novembre 2015, erano cittadini occidentali di fede islamica che hanno colpito dentro casa propria.
Ma ciò che più di altro determinerà la nostra sconfitta in questa guerra dichiarata e scatenata dal terrorismo islamico globalizzato, è la vocazione al suicidio demografico promuovendo una folle autoinvasione di milioni di clandestini islamici, immaginandoli come la soluzione al tracollo della natalità della popolazione autoctona nell'Ue.
Solo una classe politica irresponsabile ha consentito, 15 anni dopo l'11 settembre, la crescita del terrorismo islamico dei tagliagole, il radicamento del terrorismo islamico dei taglialingue, l'irrompere del terrorismo islamico autoctono ed endogeno, il dilagare dell'islamizzazione demografica.magdicristianoallam.it
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