L'abbraccio Berlusconi-Salvini: "Scriviamo insieme i programmi"

Segnali di disgelo tra i due leader: "Il centrodestra vince soltanto unito". Il racconto: "Nel '94 io ostaggio dei pm"

L'abbraccio Berlusconi-Salvini: "Scriviamo insieme i programmi"

Dire che è scoppiata la pace è forse troppo ma tra Berlusconi e Salvini il disgelo c'è. La dimostrazione è un lungo e caloroso abbraccio tra i due, avvenuto dietro le quinte di Agorà, dove entrambi erano ospiti. I due si sono incrociati dopo settimane di grande freddo. Lo racconta lo stesso Cavaliere: «Ci siamo incontrati e mi ha abbracciato con molto slancio - dice -. Matteo sa benissimo che il centrodestra può assicurare un futuro democratico al Paese solo se unito. E serve vincere di slancio col 40%». Il Cavaliere torna sulla questione dello strappo dell'alleanza e si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «A Roma c'era stato un accordo preciso e chiaro, forse dall'alto della mia età ho fatto male, ma ho voluto dare una piccola lezione a chi aveva ritenuto che la parola data non valesse nulla. Meloni ha detto di no su Marchini, poi è venuta fuori l'ipotesi Bertolaso. Gli alleati avevano accettato ma poi, dopo pochi giorni, hanno cambiato idea. La parola data non si può non rispettare».

E graffia Giorgia Meloni: «Non ha le caratteristiche che servono per risolvere i problemi di Roma che sono molto gravi. Marchini invece è un imprenditore ed è la persona adatta».

Certo, c'è la questione della leadership e il Cavaliere non sfugge: «Immagino che alle prossime politiche possa esserci un altro candidato premier al posto mio»: E sul futuro leader della coalizione? «Non è un problema che si pone ora: magari lo troviamo sotto un cavolo come è capitato alla sinistra con Renzi». Per se stesso si ritaglia il ruolo di «federatore: tenerli tutti insieme». Salvini, dal canto suo, glissa; ma i toni sono ben più distesi rispetto al passato quando gli chiedono se si ritenesse leader della coalizione: «Siamo il centrodestra, non spetta a me decidere chi comanda. Il 5 giugno liberiamo qualche città e dal 6 giugno parliamo di programmi con Berlusconi».

L'antirenzismo è il collante che tiene unita il centrodestra nonostante, qualche volta, gli alleati graffino Berlusconi prefigurando un ritorno del patto del Nazareno. Niente di più falso, ribadisce il Cavaliere: Forza Italia non solo sta all'opposizione ma critica chi è andato a fare da stampella a Renzi: «Verdini e Alfano? Sono molto deluso della scelta che hanno fatto, io ho in mente una cosa normale: che quando si è eletti non si possa tradire il mandato ricevuto». La battaglia vera sarà sul referendum: «È importante che vinca il No. E stiamo terminando un'altra riforma per dimezzare il numero dei parlamentari e avere un Parlamento più snello nelle decisioni e per dimezzarne i costi».

Poi l'amarcord, parlando della mancata rivoluzione liberale: «La magistratura italiana è da riformare completamente - prosegue Berlusconi - Io portai già questa riforma sul tavolo del Consiglio dei ministri, ma si alzarono subito le 3 mani dei leader dei tre partiti che con noi formavano la maggioranza. Chiesero di sospendere il Cdm e di incontrarmi nel mio ufficio. Mi dissero: Presidente, se lei continua con la volontà di questa riforma, il governo cade.

Lei è in politica da poco, noi lo siamo da tanto: saremmo vittime di un attacco, ha visto cosa è successo con Mani Pulite? Abbiamo promesso all'Associazione nazionale magistrati che dal Parlamento non lasceremo mai uscire leggi che dispiacciano alla magistratura. Questo il ricatto che ho subito».

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