«Trump? Vedo che qui si parla di extreme right, destra estrema. Ma la distinzione destra e sinistra non coglie più la realtà. E la grande vittoria del nuovo presidente americano è tutta su un'altra dimensione: il suo merito fondamentale è quello di aver scardinato alle radici il politicamente corretto». Guido «George» Lombardi vive negli Stati Uniti dai primi anni Settanta. Di Donald Trump è vicino di casa: lui abita al 63esimo piano della Trump Tower, il presidente Usa al 66esimo. Per la stampa di mezzo mondo è «l'amico italiano» del neo-presidente, l'immobiliarista che, senza alcun incarico ufficiale, e con la sua attività sui social network, ha contribuito al successo del nuovo inquilino della Casa Bianca. In questi giorni è a Milano, invitato da una neonata associazione, «Un ponte per Trump», creata da un giornalista, Massimo Lucidi e da un imprenditore, Marco Arturi, per dare vita a un network tra i simpatizzanti «trumpiani» in Italia. Ieri Lombardi ha presentato in un convegno l'ultimo libro di Maria Giovanna Maglie: «@realDonaldTrump» e diffuso a piene mani il verbo dell'amico Donald.
«Vede, come le dicevo la distinzione che conta oggi non è tra destra e sinistra, ma tra elitismo e popolarismo, una parola che rende meglio quello che molti chiamano populismo, termine che a me non piace. E proprio qui sta il merito di Trump, che gli andrebbe riconosciuto anche se non avesse vinto: ha abbattuto il pensiero totalitario del politically correct. Una roba degna dello stalinismo, di quando il leader e le sue azioni non potevano essere oggetto della minima critica: c'era e c'è ancora un'élite, voi li chiamate «poteri forti» che attribuisce delle etichette e decide quello che si può dire e quello che è lecito fare. Trump ha buttato tutto a mare. E in questo modo ha restituito la libertà di pensiero e di azione agli americani. Lui ha ridato il potere al popolo. Lo aveva promesso e ora lo sta facendo».
Il discorso, secondo Lombardi vale per gli Stati Uniti ma anche per l'Europa intera. «Voi siete come nel 1939. Allora il nazismo stava conquistando il continente e gli altri Paesi non avevano la forza di opporsi. Poi, finalmente, l'Inghilterra ha mandato a casa Chamberlain e trovato il coraggio per dire basta. La Brexit è stato questo. E adesso bisogna vedere se il resto dell'Europa saprà ribellarsi al destino profetizzato da Oriana Fallaci quando parlava di Eurabia. Il prossimo 7 maggio, il giorno del ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi potrebbe essere quello di un nuovo sbarco in Normandia. Questo se la Francia saprà voltare pagina con la le Pen . E vedremo se alle prossime elezioni italiane ci sarà un nuovo sbarco ad Anzio».
Per il momento, però, almeno in Olanda l'ondata del nuovo rappresentato da Geert Wilders sembra essersi infranta: «Forse gli olandesi non hanno avuto abbastanza coraggio.
E per questo continueranno ad avere in casa i tedeschi che dettano le leggi in campo economico e gli immigrati che fanno il bello e cattivo tempo. Un paese come il Belgio sembra ormai perso, gli altri devono decidere che fine vogliono fare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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