Latorre farà mancato rientro E l'India "arma" i suoi giudici

Il fuciliere deve sottoporsi a un intervento al cuore ma Nuova Delhi non accetterà rinvii: "Dialogo? I nostri magistrati sono liberi". E la "soluzione consensuale" viene congelata

Latorre farà mancato rientro E l'India "arma" i suoi giudici

Natale e Capodanno amari per i due marò in balia dell'odissea indiana, che dura da 1.042 giorni. Ieri ennesima doccia gelata del governo di Delhi, che ha ribadito come il pallino sia nelle mani dei giudici. Il caso marò «non è solo una discussione fra due esecutivi, ma un tema all'esame della magistratura indiana» che «deve esprimersi in libertà prima che si possa andare avanti» ha dichiarato Syad Akbaruddin, portavoce del ministero degli Esteri di Delhi. In pratica la famosa «soluzione consensuale» proposta dall'Italia è congelata. Il solito balletto indiano, che snobba il governo Renzi e le inutili proteste del Colle. Il problema è che l'ennesimo stallo rischia di provocare una nuova tempesta in vista della scadenza del 13 gennaio quando Massimiliano Latorre, in Italia per cure mediche, dovrebbe rientrare in India. Cinque giorni prima, però, è previsto che si sottoponga ad un intervento chirurgico al cuore, dopo l'ictus che lo ha colpito in settembre. Latorre non sarà certo in grado di tornare a Delhi nei tempi previsti. Un rinvio che la Corte suprema indiana ha già respinto e rischia di mettere in estrema difficoltà Salvatore Girone, il marò sempre trattenuto in India in libertà su cauzione presso la nostra ambasciata.

Il 25 dicembre il fuciliere di Marina ha inviato da Delhi «tanti auguri di buon Natale a tutti coloro che credono nella Santità di questa ricorrenza. Buon Natale ai cari colleghi che sono impegnati nelle missioni ed a quanti di essi invece hanno la fortuna di essere riuniti con le loro famiglie». La moglie Vania, i figli ed i parenti stretti lo hanno raggiunto nella capitale indiana, ma non c'è nulla da festeggiare. Girone ha rivolto «un buon Natale particolarmente affettuoso al collega e amico Massimiliano Latorre», che si trova a Taranto.

A sua volta Latorre ha rivolto «un sincero augurio a tutti gli italiani ringraziandoli per il calore con cui ci hanno sempre sostenuto durante i tre anni di questa annosa vicenda che coinvolge due innocenti ed in particolare durante la mia lunga e tortuosa convalescenza regalandomi affetto e vicinanza, linfa vitale per poter andare avanti in momenti così duri».

Il fuciliere di Marina ha rivolto un pensiero al commilitone trattenuto in India rivolgendosi «a chi è impossibilitato a passare il Natale in Italia con i propri cari, in particolare al mio amico Salvatore Girone nella speranza di poterlo riabbracciare al più presto in patria».

Anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, è sceso in campo punzecchiando l'India: «Si presume che non ci sia molta disponibilità da parte di chi dovrebbe dimostrarla per arrivare ad una conclusione giusta».

I

tentativi del governo italiano, per ora, sono naufragati ed il nuovo braccio di ferro con Delhi si sta avvicinando con il mancato rientro di Latorre, che rischia di provocare pesanti ripercussioni sull'«ostaggio» Girone.

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