Latte, Salvini si schiera: "Subito un euro al litro". E i 5 Stelle si infuriano

Tavolo al ministero. Il vicepremier cavalca la protesta: "Qui finché non si risolve il caso"

Latte, Salvini si schiera: "Subito un euro al litro". E i 5 Stelle si infuriano

Le ha provate tutte Salvini per uscire «vincitore» dall'incontro al Viminale con rappresentanti dei pastori e della Coldiretti. Sul piatto è stata messa anche una proposta concreta per far lievitare il prezzo del pecorino. I rappresentanti del governo (Salvini e Gian Marco Centinaio, ministro dell'Agricoltura) avrebbero offerto ai pastori sardi il ritiro di 67mila quintali di forme di pecorino in eccedenza. Per fare questa operazione il Viminale avrebbe messo a disposizione 14 milioni, il ministero dell'Agricoltura 10 milioni, la Regione Sardegna altri 10 milioni e altri 10 li metterebbe il Banco di Sardegna, per un totale di 44 milioni. Questo ritiro dovrebbe far salire il prezzo del pecorino e, di conseguenza, del latte. La proposta sembra però non soddisfare la delegazione dei pastori, che non recede dalla richiesta di ottenere il prezzo di un euro al litro da subito. «Ormai è un problema di ordine pubblico - tuona Nenneddu Sanna, intervistato a Un giorno da pecora Radio1 - Se non si trova una soluzione blocchiamo le elezioni del 24 febbraio». Almeno ufficialmente è questo il motivo per cui si è usata l'insolita cornice del Viminale per mettere di fronte a un tavolo le parti. Il vicepremier Salvini, come padrone di casa al Viminale, ha anche rinunciato a presenziare alla cerimonia commemorativa dei Patti Lateranensi. Il problema, dice, «va risolto subito. Non esco da qui se non col prezzo del latte a un euro». È la prima volta che la questione (che ha portato tante volte i pastori sardi sul piede di guerra contro il governo e contro Bruxelles) diventa di rilevanza nazionale. Salvini, è stato il più veloce a intuire la portata mediatica della questione (a due settimane dal voto proprio in Sardegna). I Cinquestelle, però, non l'hanno presa bene. Soprattutto il deputato Luciano Caddeddu. Che non soltanto è sardo, ma di professione anche pastore. È lui che guida la fronda anti-Salvini. Sulla sua pagina Facebook stigmatizza l'incontro di Salvini con la Coldiretti da un lato, e ringrazia invece il premier Conte per aver anche lui incontrato i rappresentanti della categoria insieme con la ministra per il Mezzogiorno Barbara Lezzi e lo stesso Centinaio. Tra i commenti nella sua pagina c'è chi ricorda con malizia e ironia che fu proprio un ministro degli Interni leghista (Roberto Maroni nel 2010) a far vietare con ogni mezzo (anche con la forza) l'arrivo a Roma di una rappresentanza di 300 pastori che volevano portare già allora all'attenzione del governo il problema del prezzo del latte. «La protesta - scrive Caddeddu - non ha "maglie" o "colori", chi prova a metterci sopra un marchio sta mettendo un marchio sulla pelle dei pastori».

Anche Fratelli d'Italia trova strumentale e tardivo l'intervento del governo. «Quando si discuteva la manovra a dicembre - ricorda Giorgia Meloni - avevamo presentato un ordine del giorno per chiedere di istituire un tavolo. Fosse stato fatto allora, i pastori oggi non bloccherebbero tutto».

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