Roma «Una giornata positiva per il centrodestra, ma non ci sono tensioni con i Cinquestelle».
Il centrodestra ritrova la sua forza unitaria nel vertice di Palazzo Grazioli, si ricompatta in vista delle Regionali e si accorda per una cooperazione attiva nella stesura della manovra di bilancio, a partire dalla flat tax per le partite Iva. Segnali di pace e di riavvicinamento che riaccendono addirittura la speranza di una ricomposizione governativa. E complicano la convivenza tra i Cinquestelle e la Lega, con il Carroccio che manda un messaggio chiaro agli alleati di governo comunicando di fatto di avere una via di fuga nel caso in cui i rapporti si deteriorino.
La Lega gioca di fioretto. Dopo il sorprendente comunicato del centrodestra arriva la nota del grande tessitore, Giancarlo Giorgetti: «Il governo Lega-Cinquestelle lavorerà, e bene, per tutti i cinque anni previsti, rispettando punto per punto il contratto di governo e la voglia di cambiamento degli italiani». È chiaro, però, che nel momento in cui si entra nella fase delicatissima della stesura della manovra e dei decreti sicurezza e immigrazione il messaggio di autonomia di Salvini risuona con forza.
La linea per il momento non cambia: governare con i Cinquestelle in nome del cambiamento, puntando a superare in termini di consensi gli alleati pentastellati e diventare il primo partito alle Europee. Dall'altra, alimentare il sistema di alleanze di centrodestra su cui si reggono i governi di molte regioni. La Lega, però, adesso deve iniziare a fare i conti con i malumori di una pattuglia di parlamentari pentastellati che, dopo aver subito il sorpasso nei sondaggi, non vuole perdere ulteriore terreno a causa del matrimonio con Salvini.
Il decreto sicurezza e immigrati in questo senso sarà una cartina tornasole importante. Finora il ministro dell'Interno ha ottenuto carta bianca sulla sua materia, una sorta di precondizione fondante e ineludibile per la tenuta della coalizione gialloverde.
Una parte dei Cinquestelle, però, fatica a digerire alcuni punti del decreto Salvini, come l'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, la riduzione dei tempi di durata dei permessi speciali e le restrizioni, previste dal nuovo decreto, all'acquisizione della cittadinanza. Ma è chiaro che se i grillini dovessero mettersi troppo di traverso rispetto alla linea dura salviniana allora il rilancio «operativo» del centrodestra sarebbe inevitabile.
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