«È tutto confermato, anzi di più. La risposta deve essere compatta, pacifica e determinata». Dai microfoni di Radio Padania il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha tranquillizzato i propri seguaci. Non l'hanno spaventato le contestazioni dei movimenti antagonisti che, da ieri mattina, hanno occupato l'area di Piazza del Popolo dove oggi si svolgerà la kermesse «Renzi a casa!», la rentrée romana per un leader lumbard dopo nove anni.
«Non possono essere quattro squadristi a decidere chi manifesta e chi no - ha aggiunto Salvini - augurandosi una ferma condanna di ogni tipo di violenza da parte di Renzi, Marino, Boldrini, Alfano, di tutti i chiacchieroni». Le idee della Lega non sono la quintessenza del politically correct , ma è altresì giusto, come ha osservato il segretario che «possano essere espresse liberamente».
E invece ieri poco dopo mezzogiorno gli attivisti dei movimenti per il diritto all'abitare hanno occupato la basilica di Santa Maria del Popolo nell'omonima piazza issando striscioni con lo slogan «Mai con Salvini, mai con Renzi, respingiamoli». Tafferugli con le forze dell'ordine, urla e spintoni, ma il luogo sacro è stato sgomberato. Nel pomeriggio, però, i manifestanti hanno bloccato il traffico nell'antistante piazzale Flaminio. La polizia è stata costretta a usare i lacrimogeni. Per gli estremisti, infatti, la Lega è un nemico perché si oppone all'accoglienza indiscriminata degli immigrati. La prefettura e la questura, dopo la débâcle con i tifosi del Feyenoord, hanno intensificato le misure di sicurezza. A pagare pegno, però, sarà anche il Carroccio. Annullato il corteo leghista: i pullman dei militanti saranno fatti fermare in un luogo segreto.
«Il mondo non finisce con Renzi, anzi senza Renzi sarà migliore», ha annunciato Salvini. Il nodo politico della manifestazione è proprio questo: organizzare un'opposizione fortissima e mediaticamente visibile al premier. Questa strategia egemonica alla vigilia delle Regionali crea frizioni col resto del centrodestra, in primis Ncd e poi Forza Italia. «Tutto dipende dai candidati e dai programmi, dai volti che Forza Italia vorrà presentare», ha dichiarato ieri il segretario al Corriere sottolineando che «le Regioni sono un cantiere aperto a tutti coloro che dimostrano di avere omogeneità con noi». Resta aperto uno spiraglio anche se con una pregiudiziale difficilmente negoziabile: «Se Forza Italia mi vincola ad allearmi con Alfano, il discorso cambia. Il Veneto dal governo Renzi-Alfano si è visto tagliare 300 milioni di euro e in cambio si è visto arrivare 2mila immigrati, un bell'affare». Anche per Salvini, però. Oggi parleranno sul palco solo lui e il governatore veneto Luca Zaia (che sarà ricandidato dal consiglio federale di lunedì).
Il dissidente Flavio Tosi, sindaco di Verona, dovrebbe restare in silenzio e questa scelta «tecnica», anche allo scopo di evitare contestazioni, evidenzia come qualche crepa cominci a manifestarsi anche in casa leghista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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