Lega al bivio fra lepenismo e vecchia guardia

Il segretario uscente: c'è chi ha nostalgia del 3%. Gli alleati di Fdi: l'intesa con Fi è necessaria

Lega al bivio fra lepenismo e vecchia guardia

Milano - Al via oggi le primarie della Lega Nord che chiama a raccolta i militanti a scegliere il nuovo segretario che reggerà le sorti del partito per i prossimi 4 anni. Il Carroccio ha introdotto le primarie nel 2013. La decisione fu presa da Roberto Maroni, allora capo del movimento che decise di lasciare anticipatamente la guida del partito per concentrarsi sul nuovo incarico di governatore lombardo e stabilì che il suo successore sarebbe stato scelto con una consultazione. Nelle primarie del 7 dicembre di quell'anno, trionfò Salvini: 82% contro il 18 del presidente e fondatore Umberto Bossi, indebolito dagli scandali sull'uso dei soldi del partito.

Oggi la corsa è ancora a due: di nuovo Salvini, che si ricandida, e lo sfidante Gianni Fava, 49enne ex deputato che si dimise dalla Camera per entrare nella giunta Maroni, dove tuttora è assessore all'Agricoltura. La scelta, ha sostenuto Salvini, è «tra una Lega forte e libera» che «non considera obbligatoria l'alleanza con Silvio Berlusconi» e coloro che hanno «nostalgia della Lega piccolina, al 3%, che andava a chiedere per favore ad Arcore». L'europarlamentare milanese punta a una Lega «nazionale» che si batta, a fianco dei «sovranisti» come il Fn di Marine Le Pen, contro i vincoli monetari, economici e burocratici dell'Unione europea. A questa idea si oppone il bossiano Fava, secondo il quale la Lega deve «tornare a fare la Lega» e che, soprattutto, non debba perdere di vista la centralità della «mai risolta questione settentrionale».

Corsa a due e con le stesse regole del 2013: primarie aperte, dalle 9 alle 18, ai soli iscritti che al 31 dicembre scorso vantavano un anno di «anzianità di tessera».

Nel dibattito precongressuale dei giorni scorsi si è inserito anche Roberto Maroni, che dopo le elezioni presidenziali francesi ha decretato la fine della «parentesi lepenista» della Lega e

ribadito la sua opinione sulle alleanze, ovvero la necessità di riavviare il dialogo con Berlusconi. Stesso concetto ribadito da Ignazio La Russa di Fdi, il partito che negli ultimi anni con la Lega è stato più in sintonia.

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