Legge biotestamento, stop nutrizione e idratazione

Alla Camera approvato un emendamento che prevede che nutrizione e idratazione artificiali possano essere rifiutate o interrotte, in quanto rientrano tra i trattamenti sanitari

Legge biotestamento, stop nutrizione e idratazione

Riprende, alla Camera, l'esame della legge sul biotestamento. A larga maggioranza è stato approvato un emendamento che stabilisce che nutrizione e idratazione artificiali possono essere rifiutate o interrotte, perché rientrano tra i trattamenti sanitari. Presentato a prima firma della deputata Pd Maria Amato, riformulato e con il parere favorevole della relatrice di maggioranza, ha ricevuto 348 voti a favore e 32 contrari, 27 gli astenuti.

Il tema, caldissimo, è stato molto dibattuto e ha diviso le forze parlamentari: alcune hanno insistito sulla necessità di escludere nutrizione e idratazione dal testo, parlando di "eutanasia mascherata" e di voler così far "morire le persone di fame e di sete". Altre, invece, non hanno voluto fare alcun passo indietro sul diritto riconosciuto al paziente di rifiutare anche la nutrizione e l’idratazione artificiale.

L’emendamento interviene sul comma 5 dell’articolo 1, e specifica che "la nutrizione e l’idratazione artificiale sono trattamenti sanitari", in quanto "somministrazione su prescrizione medica di nutrienti mediante dispositivi sanitari".

Sono ancora da affrontare altri temi delicati, tra cui le modalità attraverso cui esprimere il consenso informato, l’abbandono o accanimento terapeutico. E ancora, il ruolo e la responsabilità del medico. In tutto la proposta di legge conta 6 articoli e su diversi emendamenti relativi a temi sensibili è stato chiesto il voto segreto. Da segnalare anche l’articolo 3, che entra nel vivo della legge e introduce le Dat, Disposizioni anticipate di trattamento.

Il paziente che rifiuta le cure ha diritto anche all’assistenza psicologica. A promuoverla, come forma di sostegno per il paziente stesso, deve essere il medico. Lo prevede l’emendamento a prima firma Ignazio Abrignani (Sc-Ala), approvato con 317 voti favorevoli, 116 voti contrari 81 solo astenuto.

LIl medico, qualora il paziente rifiuti o rinunci a trattamenti sanitari necessari alla propria sopravvivenza, deve prospettare al paziente stesso e ai i suoi familiari - se il paziente acconsente - le conseguenze della decisione e le possibili alternative. Il medico, inoltre, "è tenuto a promuovere ogni azione di sostegno al paziente, anche avvalendosi dei servizi di assistenza psicologica".

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