Caro Direttore,
nulla in questo mondo è perfetto, figuriamoci una riforma scolastica. Eppure, io sono lieta e orgogliosa di avere riformato la Scuola secondaria italiana: ho ristrutturato un palazzo nobile ma logoro mantenendone il pregio e adeguandolo ai tempi, con buona pace delle nostalgie di vario segno. Nostalgie a tratti tragicomiche, con l'intellighenzia di sinistra che, per attaccare «la Gelmini», tesseva le lodi di Giovanni Gentile.
La mia riforma è un caso di scuola di manipolazione mediatica: l'apparato conservatore, sempre all'opera nel nostro Paese, ha costruito una rappresentazione deforme dei diversi provvedimenti con cui abbiamo rinnovato la scuola, e ha diffuso nel corpo docente e tra le famiglie un'idea falsa e deteriore, fatta apposta per demonizzare il cambiamento e difendere lo status quo: un classico della conservazione di ogni epoca.
Sono così nate autentiche leggende metropolitane prive di qualunque fondamento, smentite non dalle mie parole, ma dalla semplice lettura dei testi normativi, oggi facilmente reperibili su internet, e dunque davvero alla portata di tutti.
Mi limito a tre punti. Il primo, perché ultimo in ordine di tempo, riguarda la «sparizione» del termine ginnasio, che da sempre contraddistingue il primo biennio del liceo classico. Si tratta di un falso. Si legge nel Decreto di riforma (DPR 89/2010), all'articolo 5: «L'orario annuale delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti è di 891 ore nel primo biennio, che mantiene la denominazione di ginnasio, corrispondenti a 27 ore medie settimanali, e di 1023 ore nel secondo biennio e nel quinto anno, corrispondenti a 31 ore medie settimanali». Punto.
Seconda leggenda: «La Gelmini ha abolito la Storia dell'Arte». Quando? Dove? Non è dato sapere. Parole al vento, ripetute a vanvera così tante volte che alcuni dei miei successori l'hanno presa per buona. È vero che nella maggior parte dei nuovi percorsi dell'istruzione tecnica e professionale non c'è. Ma perché non c'è mai stata! E se c'era in qualche sperimentazione, fu tolta non da me, ma dal mio predecessore Fioroni. Gli unici percorsi artistici professionali (gli istituti d'arte) sono stati non aboliti, ma potenziati e ricompresi all'interno dei percorsi di liceo artistico, riunificando l'aspetto tecnico con quello culturale. Aggiungo che lo stesso DPR 89/2010 assicura alle scuole la possibilità di potenziare l'orario dei vari indirizzi di liceo introducendo più ore anche di storia dell'arte. Dunque nessuna penalizzazione.
C'è un unico percorso liceale dal quale la Storia dell'Arte (e per me è stato un errore) è stata tolta. Si tratta del percorso di liceo a indirizzo sportivo, istituito nel marzo del 2013. Ma sapete chi era il ministro che ha patrocinato quell'atto? Francesco Profumo. E il ministro che, potendo correggerlo prima di dare l'avvio ai corsi, non l'ha fatto? Maria Chiara Carrozza.
Terza bufala: l'alternanza scuola lavoro, spacciata dai miei successori come novità. Eppure è stata la «riforma Gelmini» a introdurla anche nei Licei, svecchiandoli e aprendoli al mondo del lavoro.
Basta leggere con onestà i decreti.La verità, caro Direttore, è più ostinata della propaganda (anche di quella d'autore). Tutti possono documentarsi. È un esercizio utile a scoprire che non tutto quello che si dice in giro va preso per buono.
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