Se non siete d'accordo con le unioni omosessuali il vostro nome rischia di finire su internet, con tanto di foto segnaletica. «Registro Razzista» ( www.registrorazzista.it ) è un sito web che si occupa di mettere alla pubblica gogna tutti coloro che sono accusati di essere omofobi o razzisti. O solo omofobi. O razzisti punto e basta. L'importante è segnalare. E poco importa se, per sbattere sul web l'omofobo o il razzista di turno, non si deve neppure dare il proprio nome e cognome.
Per accedere al sito e segnalare, basta infatti registrarsi con un nome qualsiasi a «Registro razzista». Io ho scelto Matteo, ma avrei potuto scegliere anche Michele o Deborah. Tanto la teoria del gender ce ne dà la facoltà.
Non è richiesto alcun cognome. Così posso fare la mia segnalazione, inserendo, come richiesto, «le prove» dell'omofobia del personaggio che preferisco. Ma cosa può essere considerata una prova di omofobia? L'onorevole Michaela Biancofore, per esempio, è finita nella black list di «Registro Razzista» per aver detto, tra le altre cose: «Sono dell'opinione che le unioni gay non siano assolutamente una priorità per gli italiani». Nella categoria omofobi sono finiti anche Vittorio Sgarbi, colpevole di aver coniato il termine «culimonio» (una semplice boutade, ma vallo a spiegare a quelli del «Registro Razzista»), l'allenatore dell'Arezzo Eziolino Capuano (ha usato la parola «checche»), Giorgia Meloni («donna omofoba e razzista che difende scelte fatte da omofobi»), l'ex onorevole dem Mario Adinolfi («ha dato prova innumerevoli volte di essere un grandissimo omofobo e razzista, sia contro gli stranieri che contro il sud Italia») e il giudice Carlo Deodato, che ha sul groppone una colpa indicibile: aver applicato la legge per cassare le trascrizioni delle nozze gay.
C'è di buono che, più che un sito, il «Registro Razzista» è un fallimento, dato che, nonostante sia online da più di un mese, sono state segnalate solamente 18 persone omofobe o razziste. Già, perché lo scopo del registro è quello di «difendersi dalle persone pericolose che ogni giorno cercano volontariamente o involontariamente di fare del male al prossimo».
E cosa bisogna fare per difendersi? Segnalare le persone su internet, come spiegano i responsabili del sito: «Marchiare il prossimo ad esempio, era un modo per i nazisti di ridurre ad oggetto lo schiavo ebreo, omosessuale, di un'altra qualsiasi minoranza etnica. Per rendere schiavo un essere umano, basta farlo diventare un numero. Lo scopo di Riro è ritorcere quest'arma contro le persone che sono figlie di quel tipo di comportamenti, come razzisti, omofobi e altra gente simile.
Riro e le persone che inseriscono i nominativi non cercano vendetta, ma come fratelli uniti, insieme avvisiamo altri fratelli della pericolosità di determinate persone, così che si possa starne alla larga, evitarle, emarginarle». Perché, alla fine, è sempre facile fare i nazisti con la libertà degli altri.
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