L'imprenditore Di Battista usa il padre come prestanome

Il grillino si chiama fuori dall'azienda di famiglia ma ne è responsabile: infatti firma i bilanci dal 2005

L'imprenditore Di Battista usa il padre come prestanome

Vuole far passare l'idea che sia la società di un anziano padre anziché riconoscere che è la sua. Dopo l'inchiesta del Giornale che ha dimostrato come la Di Bi Tec srl, azienda della famiglia Di Battista, sia in debito con i fornitori, i dipendenti, le banche e lo Stato, l'esponente del M5s ha lasciato sottintendere che la Di Bi Tec sia un problema del padre Vittorio e della sorella Maria Teresa definita «una dipendente». In realtà la Di Bi Tec è una società di Alessandro Di Battista. La Di Bi Tec è stata, e continua a essere, amministrata da Alessandro Di Battista. La Di Bi Tec è guidata da Alessandro Di Battista. Inoltre la Di Bi Tec non è la sola società in cui si è seduto Alessandro Di Battista.

A confermare il suo ruolo, e descrivere le sue funzioni, bastano le informazioni contenute nello statuto: «L'organo amministrativo, qualunque sia la sua strutturazione, ha tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione e gestione della società». Per spiegare meglio quale siano i doveri, i poteri e le responsabilità di un amministratore e membro del cda è utile ascoltare quanto dice l'avvocato Raffaella Di Carlo, responsabile della divisione societaria dello studio Martinez & Novebaci: «Gli amministratori rispondono alla società, ai soci e ai terzi in base all'articolo 2476 del codice civile nel caso di violazione dei doveri professionali e degli altri obblighi imposti loro dalla legge». Come riportato dal bilancio, la cui rivelazione Di Battista ha sminuito con impudenza («Udite, udite, tramite una visura camerale») ma che conferma l'inoppugnabilità dei dati, Alessandro risulta essere non solamente il socio di maggioranza, ma anche il membro del cda della Di Bi Tec. Nel suo ruolo di amministratore, che ricopre dall'11 febbraio 2005, in pratica da oltre 13 anni, il giovane Di Battista ha governato la società, approvato i bilanci e condiviso la decisione di non presentare quello del 2017 disattendendo così quanto disciplina l'articolo 2364 del codice civile.

Di Battista ha ammesso ieri che la sua azienda «va avanti con enormi difficoltà». Ma la sofferenza non riguarda solo la famiglia Di Battista. Nel caso di una srl, non dichiarare tempestivamente lo stato di salute risulta essere un comportamento omissivo che lede gli interessi di fornitori, banche e dipendenti che con quella società intrattengono rapporti, oltre a violare i principi di chiarezza e trasparenza. Se è vero, come ha scritto ieri Di Battista, che la situazione delle altre piccole e medie imprese italiane è drammatica, è proprio la sua Di Bi Tec, non denunciando le difficoltà e omettendole, a rischiare di travolgerle ulteriormente. Non è tutto.

Dalla sua apparizione politica, Alessandro Di Battista si è presentato come l'uomo in rivolta contro il capitale, ha sempre portato astio nei confronti della finanza, ha manifestato la sua avversione verso la lingua dell'economia. In realtà, è la repulsione di chi padroneggia e si serve degli strumenti del diritto societario. Già a vent'anni - come rivelato dal Giornale - Alessandro Di Battista acquistava e vendeva quote societarie come un abilissimo operatore finanziario. Nel 1998, insieme alla sorella, l'esponente grillino acquistava le quote della Tecma srl appartenute a Cristiano De Santis e Marco Giovannini. Con sede legale in viale Regina Margherita n° 278 a Roma, la Tecma srl si presenta come «un marchio italiano universalmente riconosciuto come produttore delle migliori toilette nautiche in ceramica». A distanza di tre anni Di Battista ha rivenduto le sue quote agli stessi da cui ha comprato. La società ha avuto un nuovo passaggio di proprietà e oggi appartiene alla olandese Thetford bv che è leader nel mondo nella produzione e componenti per il tempo libero. Il Giornale ha chiamato la Tecma srl e parlato con l'amministrazione che però ha preferito non commentare il passaggio di quote.

Sempre nel post di ieri, Di Battista ha dichiarato che dopo questa inchiesta: «Ogni piccolo imprenditore italiano sa che un ex parlamentare, quando era in Parlamento, non si è occupato dell'azienda di famiglia». Non è così. Alessandro Di Battista si è sempre occupato dell'azienda di famiglia. Non si è mai dimesso dalle cariche.

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