Roma Legge elettorale e referendum: sono due i temi scottanti che in questo momento dividono il centrodestra, con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini da una parte e Giorgia Meloni, contraria all'una e all'altro, dalla parte opposta. «Quella che ci propongono è una democrazia finta - insiste la leader di Fdi -. Con Salvini ci ha contraddistinto sempre la battaglia contro i governi inciucio e invece ora...».
Ma in casa azzurra questa situazione rappresenta una conferma. «È il Cavaliere - spiega Sestino Giacomoni, tra i parlamentari di Fi più vicini al Cavaliere - il perno dell'alleanza, com'è sempre stato dal 1994. Metterà tutti d'accordo, una volta approvato il Rosatellum 2.0 e superata la prova autonomista in Lombardia e Veneto. Perché sui valori e sul programma c'è condivisione». Insomma, attriti di breve durata che, semmai, dimostrano come l'asse tra leader del Carroccio e presidente di Fratelli d'Italia che sembra contestare la leadership berlusconiana non è solido, anzi i due sono in competizione perché hanno lo stesso profilo di quarantenni populisti-sovranisti e pescano nello stesso elettorato.
«Ha da passà 'a nuttata», quindi, intendendosi per nottata la legge elettorale e il referendum e poi il centrodestra dovrà per forza mostrare il suo volto unito, per favorire il successo alle regionali in Sicilia del 5 novembre. I sondaggi danno in vantaggio il candidato comune Nello Musumeci e questo non rende urgente una calata dei big nell'isola. Probabilmente, Berlusconi sarà accanto al candidato-governatore e alla sua squadra per chiudere la campagna elettorale, nei giorni più importanti alla vigilia del voto. Né si parla di comizi insieme a Salvini e Meloni.
Il vertice fra i tre leader, in programma da settimane e mai fissato, potrebbe esserci dopo il referendum del 22 ottobre. «Per ora non è in agenda», confermano da Arcore. Oggi Berlusconi sarà a Ravello come testimone al matrimonio della sorella di Francesca Pascale, Marianna e domani ad Ischia, dove visiterà la zona terremotata e parteciperà alla convention di Fi «Pronti a governare», organizzata da Mara Carfagna e dal coordinatore campano Domenico De Siano. La prossima settimana il leader azzurro ha promesso al governatore lombardo Roberto Maroni, martedì ad Arcore, che sarà con lui ad una conferenza stampa a Milano a sostegno del referendum di domenica.
Ma prima o poi, senza fretta, l'incontro ci sarà. Sul tavolo c'è la trattativa per la spartizione dei collegi maggioritari, si parla di un 42% a Fi, lo stesso alla Lega e un 16% a Fdi. Il punto è quali saranno e se Salvini pretenderà al Nord candidati graditi ai suoi elettori, non tra i più fidati del Cav. Il quale lavora per mitigare gli attriti tra azzurri del Nord e del Sud sulle future liste. Intanto, si assiste alle stoccate della Meloni, che attacca gli alleati per l'appoggio a quello «schifo» del Rosatellum 2.
0 e giudica il referendum «propaganda politica». Con Salvini che le ricorda: sulla legge elettorale sta con Grillo e D'Alema e sul referendum i suoi al Nord votano Sì. A tutti Berlusconi manda un messaggio: «Fatevi passare i mal di pancia».
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