L'Istat smentisce Renzi: Le tasse crescono ancora

Il premier dice che scende, ma nell'ultimo trimestre la pressione è salita dello 0,1% al 41,4% dei redditi

L'Istat smentisce Renzi: Le tasse crescono ancora

Roma - La pressione fiscale non cambia verso. Anzi, con buona pace dei contribuenti, continua la sua costante corsa al rialzo e smentisce il «patto con gli italiani» di Matteo Renzi che nonostante la sua narrazione parallela - «stiamo realmente abbassando le tasse», la fotografia scattata durante l'ultima Leopolda - deve fare i conti con lo schiaffo degli ultimi dati Istat.Il bollettino gela il premier soprattutto sul fronte fiscale. Nell'ultimo anno il peso delle tasse è stato pari nel terzo trimestre 2015 al 41,4%, in lieve aumento (+0,1 punti percentuali) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Un calcolo nel quale, naturalmente, non sono compresi i balzelli regionali e comunali. Migliora invece il rapporto deficit-Pil. Nella media dei primi tre trimestri del 2015 si è attestato al 2,9%, con un miglioramento di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando era pari al 3,3%. Nel solo terzo trimestre 2015 il deficit è stato pari al 2,4% del Pil. Qualche segnale positivo arriva per quanto riguarda il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti, aumentato dell'1,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% nel confronto con il corrispondente periodo del 2014 e per quanto riguarda la spesa delle famiglie per consumi finali aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014.Altro dato interessante è quello relativo al balzo delle entrate registrato nei primi 11 mesi del 2015. Nel periodo gennaio-novembre le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza, ammontano a 387.837 milioni, in aumento del 9,2% (+32.668 milioni) rispetto al 2014. L'aumento, però, è dovuto in gran parte all'anticipo al 30 novembre dell'autoliquidazione Irpef e Ires. Per avere un quadro chiaro si dovrà aspettare che nel computo entri anche il mese di dicembre. Il ministro Pier Carlo Padoan e il Pd accendono i riflettori sul lato positivo della medaglia. Il titolare dell'Economia, anzi, ci tiene a puntualizzare che «l'Italia usa bene la flessibiltà», mandando così un messaggio al presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha invitato l'Italia a non esagerare con le richieste. La dichiarazione spedita in rete dal ministro dell'Economia fa capire come l'Italia punti tutto su quell'ulteriore margine di manovra chiesto da Roma sui conti pubblici che la Commissione europea deciderà se concedere soltanto in primavera.Forza Italia, al contrario, si sofferma sul ribaltamento della grande promessa renziana. «A differenza di quel che dice il premier - attacca l'azzurra Deborah Bergamini - le tasse in Italia non solo non sono diminuite ma sono addirittura aumentate arrivando al 41,4% nel terzo trimestre. É la conferma che con la sinistra arrivano più tasse e meno sicurezza». Dura anche la responsabile Welfare, Melania Rizzoli. «L'Istat conferma il costante aumento della pressione fiscale, ben al di sopra di tutte le medie comunitarie.

Questo conferma che, in presenza di un evidente rallentamento della crescita e con un'occupazione che non riparte nonostante le risorse messe sulla decontribuzione, il governo Renzi sta perdendo tempo e non riesce a mettere in campo politiche efficaci per sostenere cittadini, imprese e famiglie».

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