Una giornata chiuso a Palazzo Chigi, tra telefonate ed incontri con ministri, governatori delle Regioni colpite, responsabili della Protezione civile.
Matteo Renzi, spiegano i suoi, è «totalmente concentrato» sull'emergenza terremoto, e sulla necessità di preservare il clima di unità nazionale con cui si sta reagendo alla tragedia. «Al lavoro, tutti insieme e tutti uniti», twitta in serata. Il premier ha accantonato per il momento, affidandoli al ministro dell'Economia Piercarlo Padoan, lo spinoso dossier della legge di Stabilità e la trattativa con l'Unione Europea per ampliare i margini della flessibilità. E ha accantonato anche le preoccupazioni e la campagna per il referendum di novembre, tanto da registrare senza particolare interesse la notizia, arrivata ieri, che l'Anpi si è piegata a più miti consigli ed ha accettato l'invito rivolto al suo presidente Carlo Smuraglia per un confronto pubblico sulla riforma costituzionale. Anche la sospensione delle ostilità da parte della minoranza Pd, che da tre giorni pare essersi cucita la bocca, viene considerata nell'entourage del premier come il «minimo sindacale», da dare per scontato in un momento di simile cordoglio collettivo, mentre ancora si scava tra le macerie.
Con più interesse, invece, si guarda da Palazzo Chigi all'atteggiamento «civile e responsabile», di «collaborazione nell'interesse nazionale» da parte dell'opposizione di centrodestra. Persino da parte di un ultrà dell'anti-renzismo come Renato Brunetta, si fa notare, sono arrivate proposte «ragionevoli» sulla assicurazione anti-calamità ed è stato auspicato un «dialogo costruttivo» con il governo, anche in sede di sessione di bilancio, per affrontare la gestione del post sisma. Insomma, si sottolinea, un atteggiamento, quello del centrodestra, da «opposizione responsabile», e «molto diverso» da quello del Movimento Cinque Stelle, che - dopo due giorni di mutismo - non ha resistito oltre e ha colto la prima occasione per imbastire una polemica furibonda persino sul terremoto. Pretesto, un'intervista di Bruno Vespa al ministro Delrio nell'ultima puntata di Porta a Porta, durante la quale si è anche sottolineato l'impulso economico che gli investimenti per la ricostruzione possono dare alle zone colpite dal sisma. «Affermazioni criminali, Vespa e Delrio si dimettano subito», ululano in coro Roberto Fico e Paola Taverna, provando a cavalcare la tragedia dei terremotati per attirare i riflettori sui grillini. Si accoda anche Luigi Di Maio: «Chiedano scusa!». Da destra e da sinistra arrivano reazioni ugualmente dure per stigmatizzare la «speculazione politica» tentata dai seguaci dell'ex comico. «Sciacalli», li bolla l'Unità. Una polemica montata ad arte per «cinismo e malafede», attacca il presidente dei deputati Pd Ettore Rosato: «Estrapolare frasi dal contesto è un vecchio gioco della peggior propaganda: farlo in queste ore è becero quanto grave».
Toni del tutto analoghi vengono usati anche dagli esponenti di Forza Italia: «Essere insultati da uno come Fico è una patente di qualità e di capacità - dice Maurizio Gasparri -.
Il problema è averlo alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai. Un incapace così non si era mai visto». Dura anche Daniela Santanchè: «Mentre tra le macerie si scava e si spera ancora, le polemiche di Fico e compagni sono uno schiaffo morale a chi sta soffrendo».
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