L'italiano che fa risorgere New York

All'ambasciata Usa la mostra «Over the Sky» ricorda le Torri Gemelle

Edoardo Montolli

Cinque opere, tutte viste dall'alto. Esattamente dalla cima del nuovo 3World Trade Center di New York. Lì è ospitata in forma permanente la sua enorme The Essence of Lightness, unico lavoro di un italiano scelto tra quelli dei migliori artisti del mondo. E lì, mentre la finiva, immaginava la città risorgere, affacciandosi e guardando giù. Così è nata in Nello Petrucci l'idea di Over the Sky, una serie di tele dedicate all'11 settembre in una forma nuova: dove New York rinasce nello stesso momento in cui viene colpita al cuore. Le opere, che hanno fatto centro nello spirito americano, saranno oggetto della mostra omonima all'ambasciata di Washington a Roma fino al 29 giugno. «È come dice se le anime di tutte le vittime non se ne fossero mai andate e continuassero a osservare di sotto. Ho voluto mettere lo spettatore nella condizione di immedesimarsi. D'altra parte l'11 settembre ha segnato un profondo cambiamento delle coscienze di tutti e un artista non può fare a meno di confrontarsi e di cercare di raccontarlo in ogni sua sfacettatura». Street artist sui generis, Petrucci mescola la tecnica del decollage e dello strappo a quella dei graffiti della città che gli ha dato i natali, Pompei. Così, l'opera che dà origine alla serie parte dal vero frame di un video che riprende il tragico volo di un uomo gettatosi da una delle Torri Gemelle per sfuggire al rogo del grattacielo. Ma l'immagine viene poi «duplicata» con lo spirito della vittima che risale sui cieli della città. Spiega la curatrice della mostra, Francesca Barbi Marinetti: «Il decollage diventa metafora di quel strappare e ricomporre che permette quella cosa meravigliosa e spaventosa insieme che è perdersi. Il perdersi, consente quelle condizioni mentalmente liberatorie attraverso cui si rendono visibili altre combinazioni di realtà». Ed è proprio la necessità di spiazzare e smuovere le coscienze a caratterizzare tutto il percorso artistico di Petrucci. Il 27 giugno, nella sua Pompei, realizzerà ad esempio, davanti al municipio, Plastic River: una megainstallazione di otto metri, la rappresentazione di una balena che si ciba dei veri rifiuti di plastica raccolti in pochi giorni sui litorali campani, il sintomo dell'avvelenamento dei mari e delle coste.

Perché la sua provocazione parte sempre da fatti reali e la mette pure nei filmati, come Lost Love, il suo più recente cortometraggio selezionato all'ultima edizione dei David di Donatello: l'amore ai tempi dell'immigrazione, dove non si strizza l'occhio al buonismo, ma si affresca l'impietosa realtà.

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