Faide interne e paura di sparire. Ncd oscilla tra destra e sinistra

Con l'Italicum è tagliato fuori. Alfano e i suoi stanno con Renzi. Schifani e la De Girolamo restano in contatto con il Cavaliere

Faide interne e paura di sparire. Ncd oscilla tra destra e sinistra

Nuovo Centrodestra a sinistra, o forse a destra, senza un centro di gravità permanente. Per capire cosa sarà di Ncd bisogna aspettare le prossime amministrative, col nodo delle alleanze da sciogliere (con Renzi o con gli ex alleati di centrodestra?), ma al momento nel partito sono in molti, anche per motivi opposti, a considerarla un'esperienza finita (mentre il primo bilancio Ncd, quello del 2014, chiude con un rosso di 940mila euro). Nella pausa agostana, in attesa di più espliciti outing alla ripresa, qualcosa si è mosso nella mappa interna, allungando le distanze tra le diverse posizioni.

I rumors danno Renato Schifani (avvistato in Costa Smeralda, location estiva di Berlusconi...), presidente dei senatori Ncd, sempre più in allontanamento dalla linea di Alfano. Molto deluso dal «tradimento» della sua ex fedelissima, la senatrice palermitana Simona Vicari , ormai legata al ministro dell'Interno, Schifani non condivide l'abbraccio incondizionato a Renzi, così come le manovre di Alfano (e, si dice, anche Verdini) per governare in Sicilia in tandem elettorale col Pd. Renzianissimi sono considerati anche il ministro Beatrice Lorenzin , la vice capogruppo Dorina Bianchi (per lei si era parlato di un ministero in arrivo), e poi i siciliani legati ad Angelino, a cominciare dal sottosegretario Giuseppe Castiglione . Nell'ala del partito che spinge il timone verso destra - ma anche nella minoranza Pd -, circola l'indiscrezione di un accordo appena siglato da Renzi e Alfano, che prevederebbe addirittura la garanzia di seggi sicuri nelle liste Pd per Alfano e un ristretto numero di prescelti, in caso di elezioni con l'attuale Italicum (che taglia fuori i partitini). Sul piatto ci sono anche le amministrative. E proprio qui può esplodere il casus belli che in molti aspettano. Tra i big di Ncd che puntano a spostare il baricentro verso il vecchio centrodestra, c'è il milanese Maurizio Lupi . E le elezioni a Milano saranno forse la sfida più importante che attende Renzi nei prossimi mesi. A Lupi è arrivato chiaro il messaggio da Massimiliano Salini , eurodeputato lombardo di Ncd, un nome in rapida ascesa in quella galassia (anche lui matrice Cl): se il partito in Lombardia va col Pd noi non ti seguiamo. In una recente intervista Salini non ha risparmiato bordate al premier: «Renzi spaccia per riforme quelle che in altri Paesi sarebbero leggi di piccolo cabotaggio. Basta con l'alleanza a sinistra, il centrodestra torni unito e forte».

Con Alfano in simbiosi totale con Renzi, dunque, l'ex ministro Lupi ha in Lombardia gli stessi problemi che Schifani ha in Sicilia. In Campania, invece, ha mettere i bastoni tra le ruote nel matrimonio col Pd c'è un ex ministro Ncd con nostaglie berlusconiane, Nunzia De Girolamo (anche lei ospite del leader azzurro nella su villa sarda). Già nella tornata 2015 fu soprattutto lei a favorire l'alleanza col centrodestra in Campania (ma anche Liguria), dove invece era quasi fatto l'accordo col Pd renziano. E lo scontro interno si riaprirà in vista delle nuove amministrative.

Poi, tra i big, c'è Gaetano Quagliariello , dato in posizione neutrale, di attesa (anche del promesso ministero). Tra quelli che invece pensano ad un nuovo partito di centro, come satellite del Pd renziano, una specie di «Margherita 2», c'è Fabrizio Cicchitto. A questa nuova formazione di centro (legata anche alla previsione di un'uscita dal Pd della minoranza di sinistra) sarebbe interessato anche Clemente Mastella .

All' AdnKronos l'ex ministro di Prodi dice: «Secondo me ora non ha più senso tenere in vita tutte queste sigle politiche, come Ncd, Udc, Udeur e altre... Ci vuole un'iniziativa politica tipo Margherita. A settembre farò qualcosa...». Al centro mancano i voti, non certo la fantasia.

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