Londra, finisce l'era Boris: un'eredità ingombrante

Ha lavorato in piena recessione, ma con lui il turismo è esploso e la città è tornata centro del mondo

Londra, finisce l'era Boris: un'eredità ingombrante

Londra - Urne chiuse ieri alle 22 e oggi Londra avrà il suo nuovo sindaco. Finisce così l'era Johnson che si chiude dopo un doppio mandato di otto anni, difficile da eguagliare per chiunque. Alcuni sondaggi avevano previsto che, nel caso si fosse ripresentato, il biondo scavezzacollo etoniano avrebbe vinto con facilità. Sono stati anni molto intensi per la capitale britannica che hanno visto Johnson impegnato su molti fronti, nessuno di questi semplice da gestire. Boris si è ritrovato in mezzo alla recessione economica, alla crisi immobiliare e del lavoro e ha affrontato fino all'ultimo giorno di mandato le minacce terroristiche che gravano sulla città. Ma ha anche vissuto la Londra delle Olimpiadi e del matrimonio di Kate e William trasformandola ancora una volta nel centro del mondo. Raccogliere la sua eredità sarà un compito gravoso e non solo perché al momento nessuno può competere con la sua personalità effervescente, sempre al di sopra delle righe, ma non per questo meno acuta e intelligente.

«Tutti vogliono venire qui e, magari, viverci» - ha scritto Boris sulle colonne del Telegraph congedandosi da sindaco per ricordare quanto la città sia migliorata sotto la sua guida. Non tutti possono essere d'accordo con la sua visione ottimistica, ma è pur vero che in questi anni Londra è rimasta la capitale più richiesta dal punto di vista turistico, nonostante le costanti minacce dell'Isis. Da quando è stato eletto, il numero di visitatori è aumentato da 3 milioni e novecentomila a 5 milioni e quattro. E tutto sommato Londra rimane anche una delle capitali più sicure, sebbene i grandi eventi non siano mancati. Se Boris può aver mancato nell'affrontare le rivolte popolari del 2011 che hanno oscurato il suo primo mandato, le Olimpiadi rimangono il suo grande capolavoro. Poteva essere un incubo e invece la gestione si è rivelata perfetta, la collaborazione tra forze dell'ordine, apparato comunale e cittadini ha funzionato con la precisione di un orologio svizzero. Un vero trionfo per cui questo sindaco verrà sicuramente ricordato, forse di più che per il matrimonio reale di William e Kate, altro evento mondiale per il quale Londra si è trasformata in un salotto mondano gigante, capace di accogliere con grazia e stile milioni di visitatori da tutto il mondo.

Come ambasciatore della sua città, Johnson può tracciare quindi un bilancio positivo, se non esaltante. Sul fronte interno invece, i risultati non sono quelli promessi e sperati, anche perché il sindaco della City, ha in realtà, ben pochi poteri e dipende, suo malgrado, dalle strategie governative. Così, i programmi annunciati da Johnson sia nel campo dell'istruzione che in quello dell'edilizia sono rimasti a metà strada. Delle migliaia di case a prezzo agevolato promesse, ne sono state portate a termine soltanto 5mila e della rivoluzione scolastica programmata si è vista soltanto una scuola trasformata in accademia. Pochino per i londinesi che superano ormai i 9 milioni. Con le infrastrutture invece è andata meglio. Metropolitana e servizi ferroviari sono migliorati per non parlare delle piste ciclabili per le quali Boris ha messo in cantiere una nuova rete «protetta» in modo da consentire a un numero sempre maggiore di persone di godersi Londra in sella ad una bicicletta. Per i critici di Boris però, troppo poco è stato fatto per i cittadini.

Secondo un altro ex sindaco, il laburista Ken Livingstone, Londra rischia di trasformarsi in una culla per miliardari e bancari spregiudicati. Per i fan di Johnson invece le sue politiche hanno trasformato la città in un gigantesco ed efficiente motore di ripresa. Vedremo se il suo successore saprà fare di meglio.

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