L'ufficiale dei maxi blitz antidroga ora attende il giudizio in Cassazione

Il caso di Giampaolo Ganzer

L'ufficiale dei maxi blitz antidroga ora attende il giudizio in Cassazione

Alla fine, non hanno avuto neanche il coraggio di assolverlo: Giampaolo Ganzer, generale dei carabinieri, comandante fino a due anni fa del Ros - raggruppamento operativo speciale, la punta di diamante dell'Arma - l'anno scorso è stato condannato in appello a quattro anni e undici mesi di carcere. Che sono tanti. Ma che sono poca cosa rispetto ai quattordici anni che gli erano stati inflitti in primo grado, e agli addirittura ventisei che aveva chiesto per lui la Procura generale di Milano. A Ganzer, uno degli ufficiali che hanno fatto la storia dell'Arma nella lotta al crimine organizzato, è toccata una sorte assai singolare: restare al vertice del Ros nonostante le accuse di estrema gravità che lanciava contro di lui la magistratura, che lo ha incriminato e portato sotto processo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Sotto tiro c'è l'intera gestione delle operazioni antidroga attraverso la tattica delle consegne controllate: invece che intervenire subito, si segue un carico nei suoi spostamenti, fino a colpire il bersaglio grosso. In particolare, la sezione Ros di Bergamo è stata accusata di avere violato le regole, utilizzando la droga sequestrata per provocare e incastrare altri trafficanti.

A Ganzer la procura di Milano ha contestato persino l'aggravante di avere diretto un'associazione di narcotrafficanti armati: i narcos erano i carabinieri antidroga, e le armi erano le Beretta d'ordinanza. Ganzer, che è in attesa del processo in Cassazione, si è congedato nel 2012.

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