L'ultima crociata grillina: riaprire le case chiuse

Gli iscritti: portate subito la legge in aula

L'ultima crociata grillina: riaprire le case chiuse

Roma - Più voti di quella sullo stipendio dei parlamentari o di un'altra sul reddito di cittadinanza, li ha presi una proposta di legge sulla riapertura delle case chiuse. Seconda solo a quella sul vincolo di mandato.

Si è conclusa così la prima votazione on line degli iscritti al Movimento 5 Stelle. Grazie alla piattaforma digitale «Rosseau» di Grillo, 15.290 cittadini hanno scelto le prime due leggi che i pentastellati porteranno in Parlamento. Quella che ha accumulato più voti (6.020), proposta da Oreste Mori, un pensionato di La Spezia, prevede che i deputati espletino il loro mandato senza la possibilità di aderire a gruppi politici diversi da quelli che li hanno votati. Ma è la proposta di legge sulla lotta alla prostituzione clandestina che sorprende: seconda con 4.058 voti, comporta il ritorno delle case di tolleranza. È stata pensata da un altro cittadino italiano, Daniele Todisco, che ora verrà citato insieme a Mori all'interno della proposta di legge che sarà presentata nelle commissione competente per evidenziare il loro operato volontario per il bene della collettività. Già nelle prossime settimane i due iscritti saranno invitati in Parlamento per conoscere i parlamentari che si occuperanno della stesura del testo delle loro proposte di legge.

In Veneto, intanto, la battaglia per riaprire le case chiuse è già cominciata. A condurla sono sempre in grillini, in particolare la consigliera regionale M5S, Erika Baldin. «Ce lo chiedono i nostri iscritti - dice la consigliera - ora vogliamo impegnare la maggioranza a fare pressione con noi sul Parlamento». La Baldin annuncia una mozione alla Regione Veneto per far discutere la proposta in tempi brevi perché teme che il governo Renzi non vorrà ascoltare le proposte che vengono direttamente dai cittadini e ostacolerà la calendarizzazione della proposta.

«In questo modo - auspica la Baldin - avremo più decoro per le strade, le ragazze non saranno più sfruttate e toglieremo un importante affare alle mafie, ci sarà più sicurezza per la salute e, cosa non da poco, finalmente questa attività pagherà le tasse. Fino ad oggi la prostituzione, non essendo regolamentata, ha sottratto al fisco miliardi di euro. È ora che quei soldi tornino nelle nostre casse».

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