"Lunedì scenderò in piazza". L'assalto di Salvini ai giallorossi

Il leghista asfalta il Conte bis: "Operazione di poltrone ideata tra Berlino, Parigi e Bruxelles". In settimana il vertice con Berlusconi sulle regionali

"Lunedì scenderò in piazza". L'assalto di Salvini ai giallorossi

"Ho sottovalutato la fame di poltrone sia del M5S che Pd che evidentemente era abbondante". Ospite a In Onda su La7, Matteo Salvini ripercorre la crisi di governo che lo ha portato a rompere con i Cinque Stelle e a chiedere la sfiducia del premier Giuseppe Conte. Lo fa guardando al futuro perché è certo che la maggioranza giallorossa non terrà a lungo. "Chiudetevi pure nei Palazzi, tanto prima o poi gli italiani arrivano", ha attaccato il leder leghista che, proprio per far protestare contro "un'operazione di poltrone e di palazzo che è stata ideata tra Berlino, Parigi e Bruxelles", lunedì prossimo sarà in piazza, davanti alla Camera dei deputati, "senza bandiere di partiti, senza striscioni di partiti".

Martedì Salvini tornerà in parlamento nei panni di senatore. Ora che è all'opposizione è determinato a non fare alcuno sconto alla nuova maggioranza. "Possono continuare a distribuire le poltrone per qualche mese, ma non andranno avanti molto - assicura - anche perché i giochini di Palazzo gli italiani li conoscono". Quindi, se non sarà in autunno, conta di tornare alle urne molto presto. Certo, non si sarebbe mai aspettato che Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti avrebbero trovato un accordo. Come non si sarebbe mai aspettato che Conte si sarebbe rivelato "un uomo per tutte le stagioni". Per lui staccare la spina è stato "un atto di onestà e amore per l'Italia". "Nessun altro partito al mondo - rivendica - avrebbe messo in discussione sette ministeri perché c'era un governo fermo da mesi che non approvava nulla". Nessun rimpianto, dunque. Sarebbe disposto a rifare tutto. Ma ora è il momento di guardare avanti. Per questo fa sapere che la prossima settimana incontrerà Silvio Berlusconi. All'orizzone ci sono scadenze elettorali molto importanti. Dall'Umbria alla Calabria, passando per la Campania, per una tornata che potrebbe già essere un avviso di sfratto per il neonato Conte bis. Quello che l'ex ministro dell'Interno ha in mente è uno schieramento "con tutti gli italiani che non si sentono né con Grillo né con Renzi".

Salvini non chiude totalmente la porta al nuovo governo. Qualora dovessero proporre qualcosa di buono, come il taglio del cuneo fiscale, è pronto a votarlo. "Non faccio opposizione come la sinistra - ci tiene a sottolineare - se ci sono proposte intelligenti e utili agli italiani, ma ho tanti dubbi, voteremo a favore". A giudicare dalle primissime avvisaglie, i presupposti sono tutt'altro che buoni. La foto del giuramento, per esempio, è per il leader del Carroccio "un film dell'orrore". Dal palco della festa provinciale della Lega a San Gemini (Terni), non risparmia nemmeno Di Maio: "Per passare in quindici giorni da ministro dello Sviluppo economico a ministro degli Esteri, o sei un Nobel o per la poltrona sei disposto a tutto...". "Li vedo a fare il Consiglio dei ministri sulla famiglia a Bibbiano - incanza a In Onda - la Commissione Banche con Etruria... Questo è il governo del tradimento e della vergogna".

Negli ultimi due anni il Partito democratico non ha fatto altro che perdere tutte le elezioni. Eppure adesso si trova al governo. L'unico collante che lo tiene unito ai Cinque Stelle è l'odio contro la Lega.

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