Le trattative tra Pd e il M5S proseguono alacremente per sventare ogni ipotesi di ritorno anticipato al voto. Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno dato il loro benestare dopo aver letto gli ultimi sondaggi riservati che, secondo quanto rivela il Corriere della Sera, attribuiscono il 7/8% ai grillini.
Una percentuale davanti alla quale persino il vicepremier Luigi Di Maio si è dovuto arrendere all'idea di dialogare col Pd, come vorrebbe anche il gruppo parlamentare del M5S. "Siamo disponibili anche a trattare sul fatto che il premier possa farlo di nuovo Conte. Possiamo partire da quel nome, poi dipenderà anche da lui se riuscirà ad arrivare fino in fondo. Le resistenze del Pd sono molto meno di quante non possano sembrare oggi", rivelano le fonti di Tommaso Labate che, nel suo pezzo, spiega "come" grillini e democratici siano al lavoro, Roberto Fico e Dario Franceschini, affinché l'operazione "giallorossa" vada in porto.
Dalle parti del centrosinistra sembrano "disponibili a ragionare" su un Conte-bis, mentre i renziani definiscono il loro intervento un assist per il neo-segretario: "Le Regionali in Toscana ed Emilia avrebbero potuto trasformarsi nella tomba della segreteria Zingaretti. E invece grazie a noi, se parte a Roma l’alleanza Pd-M5S, saranno vinte. Entrambe". Tutto sta nel capire se cadrà il veto su Luigi Di Maio che i dem non vorrebbero nel nuovo esecutivo.
Probabilmente i Cinquestelle potrebbero essere disposti a sacrificarlo, soprattutto dal momento che un dimezzamento dei parlamentari M5S, spiega La Stampa, significherebbe una drastica riduzione delle quote che i deputati e senatori versano mensilmente all'Associazione Rousseau, pari a 300 euro al mese.
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