Un'esplosione poi le urla dei residenti. Gli anarchici piazzano una bomba alla stazione dei carabinieri San Giovanni. Nessun dubbio: un'azione rivendicata dalla «cellula Santiago Maldonado/Fai-Fri, Federazione Anarchico Informale/ Fronte Rivoluzionario Internazionale». «La notte scorsa abbiamo portato la guerra a casa del ministro Minniti. I diretti responsabili in divisa, coloro che obbediscono tacendo e tacendo crepano, hanno ricevuto un assaggio di quello che si meritano. Con quest'azione lanciamo una campagna internazionale di attacco contro uomini, strutture e mezzi della repressione», scrive il gruppo ispirato al 28enne argentino ucciso un mese fa nel comunicato apparso sul sito Anarhija.info.
È l'alba di ieri quando un boato dà la sveglia a un intero quartiere. Vetri infranti, schegge sulle auto in sosta, fumo. Fortunatamente nessuna vittima. Un ordigno rudimentale quello piazzato contro la sede dell'Arma: una latta metallica imbottita di polvere pirica, l'innesco e un timer. A piazzarla due individui con il volto coperto da cappucci, come mostrano le immagini registrate dalle telecamere di via Britannia. La firma arriva ore dopo. Lo stesso gruppo autore del duplice attentato al parcheggio delle Poste di via Marmorata il 12 maggio scorso. «La notte del 6/7 dicembre è stato collocato nella caserma dei carabinieri del quartiere San Giovanni, Roma, un termos d'acciaio con 1,6 kg di esplosivo - si legge sul comunicato Fai - le nostre attenzioni si sono riversate verso i principali tutori dell'ordine mortifero del capitalismo: le forze dell'ordine. Senza di esse i privilegi, le prepotenze, le ricchezze accumulate dai padroni sarebbero nulla. Perché hanno da sempre la funzione di reprimere, incarcerare, deportare, torturare, uccidere chi per scelta o necessita si ritrova al di fuori della loro legge. La lotta contro lo Stato non è semplice e non si riduce a formule magiche». La stazione dei carabinieri «Fortunato Caccamo» è nel cuore di San Giovanni, quartiere densamente popolato della capitale. Una vecchia palazzina di fronte a un bar pasticceria aperto notte e giorno. «Siamo arrivati verso le 6,30 per il turno della mattina - raccontano alcuni dipendenti - e qui era già pieno di carabinieri e posti di blocco. Di solito anche alle 5 c'è ancora gente che chiacchiera fuori dal locale. Stanotte, per fortuna, il marciapiedi era sgombero».
Gli attentatori hanno agito dopo la chiusura serale della caserma, alle 22. Nella stazione dei carabinieri, chiusa al pubblico nelle ore notturne, c'erano dieci militari, i primi ad accorrere alla deflagrazione dell'ordigno. Danni al portone, a una vettura appartenente a un carabiniere parcheggiata di fronte l'entrata e ad altri mezzi parcheggiati, colpiti dalle schegge metalliche della bomba. Un ordigno artigianale simile, del resto, a quello esploso 12 anni fa contro il Tribunale di Ostia, di fronte al comando dei carabinieri.
Una pentola a pressione nascosta in un vaso di fiori. Rivendicazione, recapitata al direttore di un giornale, firmata dal gruppo Fai, Federazione Anarchica Informale «Horst Fantazzini». «Un gesto vile», per il ministro della difesa Roberta Pinotti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.